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Thailandia, Mons. Kovithavanij: “Per evangelizzare tutti noi dobbiamo essere testimoni”

“Per evangelizzare, tutti noi dobbiamo cominciare dall’essere testimoni. In 350 anni il numero dei cristiani non è aumentato di molto. Forse non siamo stati attivi a sufficienza nel ruolo di testimoni, per dire che Dio non è solo per noi, ma anche per tutti i nostri fratelli. Senza dubbio, dobbiamo lavorare molto di più”, questo è l’invito che l’arcivescovo di Bangkok, Mons. Kovithavanij, ha lanciato nel corso di una lunga intervista appena prima di partire per Roma dove riceverà il titolo cardinalizio nel concistoro del 14 febbraio.

In tema di dialogo interreligioso, l’arcivescovo avverte che “è importante studiare in modo approfondito le Sacre scritture”, perché nei ” testi sacri di tutte le religioni, si possono trovare frasi simili”, come l’invito a “non fare agli altri, quello che non volete gli altri facciano a voi stessi”. Il principio “dell’unità nella diversità”, aggiunge, è un fondamento “della Chiesa cristiana” ed è un invito a “camminare e collaborare uniti per il benessere della società e il progresso delle religioni”. Perché il dialogo interreligioso, avverte, non è solo una “collaborazione”, ma anche “una sorta di scambio di esperienze diverse”.

“Il dialogo – aggiunge – è la via per entrare in rapporto con tutti, non soltanto a livello delle religioni. Dialogare è la cosa che ci vuole oggi per il mondo. Anche qui in Thailandia, la Chiesa seppur piccola è attenta all’aspetto del dialogo interreligioso e anche in vari altri campi per quello che la Chiesa può fare. Anche nella mia diocesi stiamo andando in questa direzione. Nel Concilio particolare della Chiesa in Thailandia, abbiamo svolto la prima parte e ci sarà la Plenaria nell’aprile 2015, tutto si basa sull’evangelizzazione, ma è importante il dialogo per attuarla”.

Rilanciando il compito missionario della Chiesa thailandese attraverso “il dialogo fra cattolici, tra i cristiani di diverse confessioni e con i fedeli di altre religioni”, il nuovo porporato conferma che “per quelli che vogliono convertirsi”, noi “siamo aperti” ad accogliere, “annunciamo la Buona Novella e lo Spirito Santo lavora nei loro cuori in modo che essi possano rispondere”. Nato nel 1949 in una famiglia cattolica di Bangkok, il cardinale ha studiato teologia e filosofia all’università Urbaniana a Roma prima dell’ordinazione sacerdotale nel 1976. Nel 1982 tornò a Roma per approfondire gli studi alla Gregoriana; nel 2007 fu nominato ad arcivescovo di Nakhon Sawan, quindi il trasferimento nel 2009 a Bangkok.

In un periodo caratterizzato da una profonda crisi politica e da instabilità l’arcivescovo ricorda inoltre il dovere di lottare “contro la corruzione”, che è un male “inaccettabile” per una “società civile”. Per il porporato è giunto il momento di “risolvere il problema”. In questo senso acquista un valore ancora più grande “l’insieme dei testi che compongono la dottrina sociale della Chiesa”, che formano “un patrimonio” non solo per i cattolici, ma “che è utilizzato anche in molte università” non cristiane. In Thailandia i cattolici sono una minoranza tuttavia essi forniscono un prezioso contributo in molti settori della vita quotidiana, dall’istruzione alla sanità, dalle attività nel sociale all’opera di integrazione pacifica tra le diverse religioni presenti nel paese.

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