Il Pontefice è rientrato in elicottero da Ecatepec a Città del Messico dove si è recato in visita all’Ospedale Pediatrico “Federico Gómez”. Al Suo arrivo, il Papa è stato accolto dalla “Primera Dama”, dal Ministro della Salute e dal Direttore dell’ospedale che – alla presenza del Board dei benefattori della struttura – lo accompagnano all’auditorium “Jesús Kumate”, dove si trovano riuniti alcuni degenti con i genitori ed il personale medico e paramedico dell’ospedale. Di seguito pubblichiamo il discorso che ha pronunciato.
Signora Prima Dama,
Signora Ministro della Salute,
Signor Direttore,
Membri del Patronato,
Famiglie qui presenti,
Amiche e amici,
Cari bambini,
buonasera!
Ringrazio Dio per l’opportunità che mi dona di poter venire a visitarvi, di incontrarmi con voi e le vostre famiglie in questo Ospedale. Poter condividere un pochino della vostra vita, di quella di tutte le persone che lavorano come medici, infermieri, membri del personale e volontari che li assistono. Grazie.
C’è un passo nel Vangelo che ci racconta la vita di Gesù quando era bambino. Era molto piccolo, come alcuni di voi. Un giorno i suoi genitori, Giuseppe e Maria, lo portarono al Tempio per presentarlo a Dio. E così si incontrano con un anziano chiamato Simeone, che quando lo vede, molto deciso e con molta gioia e gratitudine, lo prende in braccio e comincia a benedire Dio. Vedere il bambino Gesù provocò in lui due cose: un senso di gratitudine e il desiderio di benedire. Simeone è il “nonno” che ci insegna questi due atteggiamenti fondamentali: quello di ringraziare e quello di benedire.
Io qui (e non solo per l’età) mi sento molto vicino a questi die insegnamenti di Simeone. Da un lato, attraversando quella porta e vedendo i vostri occhi, i vostri sorrisi, i vostri volti ha suscitato il desiderio di rendere grazie. Grazie per l’affetto che avete nell’accogliermi; grazie perché vedo l’affetto con cui siete curati e accompagnati. Grazie per lo sforzo di tanti che stanno facendo del loro meglio perché possiate riprendervi presto. E’ così importante sentirsi curati e accompagnati, sentirsi amati e sapere che state cercando il modo migliore di curarci; per tutte queste persone dico: grazie.
E nello stesso tempo, desidero benedirvi. Voglio chiedere a Dio che vi benedica, accompagni voi e i vostri familiari, tutte le persone che lavorano in questa casa e fanno in modo che quei sorrisi continuino a crescere ogni giorno. A tutte le persone che non solo con medicinali bensì con la “affettoterapia” aiutano perché questo tempo sia vissuto con più gioia
Conoscete l’indio Juan Diego? Quando lo zio del piccolo Juan era malato, lui era molto preoccupato e angustiato. In quel momento, appare la Vergine di Guadalupe e gli dice: “Non si turbi il tuo cuore e non ti inquieti cosa alcuna. Non ci sono qui io, che sono tua Madre?”. Abbiamo la nostra Madre: chiediamole di offrirci al suo Figlio Gesù. Chiudiamo gli occhi e domandiamole quello che il nostro cuore oggi desidera, e poi diciamo insieme: Ave Maria…
Che il Signore e la Vergine di Guadalupe vi accompagnino sempre. Tante grazie! E per favore non dimenticatevi di pregare per me.