“Se uno ti percuote la guancia destra, porgigli anche la sinistra – è scritto nel Vangelo – ed è una maniera eroica di rispondere all’aggressività, ma questo non esclude il fatto che ci sia una legittima difesa. L’uso della forza viene accettato come una strada possibile,come ultimo mezzo per proteggere soprattutto da situazioni di genocidio e di violazione sistematica dei diritti umani fondamentali”. A dirlo è l’arcivescovo Silvano M. Tomasi, ambasciatore del Vaticano all’Onu, il quale ai microfoni del programma Rai ‘Virus, il contagio delle idee’ condotto da Nicola Porro, ha commentato: ” Papa Francesco ha detto che ci troviamo di fronte a una terza Guerra Mondiale ma a pezzi, e i pezzi sono appunto questi attentati. Certo ad alcuni non piace il semplice accenno a questa possibilità, ma per fare qualcosa bisogna prendere delle decisioni operative e queste a volte disturbano”.
A conclusione del suo intervento Tomasi ha spiegato che “davanti a questa situazione difficile, specialmente davanti al tentativo di chi controlla il territorio di creare un genocidio, di eliminare delle categorie di persone perché sono di una credenza o di una cultura diversa, scatta una responsabilità della comunità internazionale di cercare di dare una risposta, di aiutare e proteggere le persone innocenti che vengono attaccate”.