Salute pubblica, incontri sul territorio per accogliere le istanze della popolazione

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A difesa della sanità di territorio. Sedici tappe per immaginare una sanità in grado di accrescere la tutela dei diritti dei cittadini. “Salute, chi se ne cura?” è infatti il titolo scelto dall’arcidiocesi di Trento che in sinergia con Consulta provinciale della salute, Acli e Ordini professionali della sanità ha deciso di promuovere un ciclo di incontri sul territorio per accogliere le istanze della popolazione e fare sintesi sulle proposte per arrivare a decifrare delle soluzioni. L’iniziativa è stata presentata ieri al Polo culturale Vigilianum. Hanno partecipato Renzo Dori, presidente della Consulta provinciale per la salute. Luca Oliver, presidente delle Acli trentine. Don Cristiano Bettega, delegato diocesano dell’area testimonianza e impegno sociale. Marco Ioppi, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri. Daniel Pedrotti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche. Angela Rosignoli, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali.

Sanità di territorio

“La pandemia ha fatto emergere tante inadeguatezze dei sistemi sanitari e carenze nell’assistenza alle persone malate – ha ricordato papa Francesco-. Agli anziani, ai più deboli e vulnerabili non sempre è garantito l’accesso alle cure, e non sempre lo è in maniera equa. Questo dipende dalle scelte politiche, dal modo di amministrare le risorse e dall’impegno di coloro che rivestono ruoli di responsabilità. Investire risorse nella cura e nell’assistenza delle persone malate è una priorità legata al principio che la salute è un bene comune primario”. Ha aggiunto il Pontefice: “In questi giorni di ricovero in ospedale, ho sperimentato ancora una volta quanto sia importante un buon servizio sanitario, accessibile a tutti, come c’è in Italia e in altri Paesi. Un servizio sanitario gratuito che assicuri un buon servizio accessibile a tutti. Non bisogna perdere questo bene prezioso. Bisogna mantenerlo! E per questo occorre impegnarsi tutti, perché serve a tutti e chiede il contributo di tutti“.

 

Giacomo Galeazzi: