Alle 11.05 Papa Francesco è decollato dall’aeroporto di Roma Fiumicino per Larnaca, destinazione Cipro [qui il programma della giornata, ndr] per il sui 35° viaggio apostolico che durerà fino al 6 dicembre, con l’ultima tappa nel campo profughi di Lesbo, in Grecia.
Il saluto ai rifugiati
In mattinata, prima di lasciare Casa Santa Marta, il Pontefice ha salutato un gruppo di 12 rifugiati accompagnati dall’Elemosiniere apostolico, il cardinale Konrad Krajewski”. I migranti ora residenti in Italia – riferisce in un comunicato la Sala Stampa della Santa Sede – provengono “dalla Siria, dal Congo, dalla Somalia e dall’Afghanistan”.
Sono transitati per il campo di Lesbo negli scorsi anni e sono stati accolti al loro arrivo dalla Comunità di Sant’Egidio. Tra di loro, alcuni erano arrivati con il Papa e nel 2016 erano sull’aereo papale.
Dopo aver lasciato il Vaticano il Papa – riferisce ancora la Sala Stampa della Santa Sede – “si è fermato alla Parrocchia di Santa Maria degli Angeli, nei pressi dell’Aeroporto di Fiumicino, dove ha pregato davanti all’immagine della Madonna di Loreto”. Qui ha incontrato un gruppo di 15 profughi ospitati dalla parrocchia.
Il Telegramma di sorvolo del Papa
Il Papa si reca in visita pastorale a Cipro e in Grecia – riporta Vatican News – “come un pellegrino che anela ad antiche sorgenti – si legge nel telegramma pontificio fatto pervenire, al momento di lasciare il territorio italiano, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – con il vivo desiderio di incontrare i fratelli nella fede e le popolazioni locali”. Francesco saluta, poi, tutto il popolo italiano, con l’auspicio di “serenità e mutua cooperazione per il bene comune”.
La risposta di Mattarella
“Ho ricevuto con grande piacere e profonda gratitudine – ha risposto il Capo di Stato, Sergio Mattarella – il messaggio che ha voluto indirizzarmi al momento della partenza per un Viaggio Apostolico nel cuore del Mediterraneo, sulle cui sponde, lungo il corso dei secoli, si sono incontrati e confrontati popoli e culture in un processo di reciproco arricchimento.
In un crocevia di tale fondamentale importanza è necessario l’impegno di tutti affinché le ragioni della pace, dell’accoglienza e del mutuo intendimento prevalgano su logiche che alimentano le violazioni alla dignità della persona e ai suoi diritti fondamentali. Voglia accogliere, Santità, le espressioni della mia massima considerazione e il più cordiale augurio di buon viaggio”.