Cresce in modo preoccupante l’intolleranza religiosa nel Tamil Nadu, Stato dell’India meridionale dove una comunità pentecostale è stata aggredita e picchiata a Udumalpet. L’attacco, conferma ad AsiaNews il Global Council of Indian Christians (Gcic), è avvenuto il 16 novembre e sono rimasti gravemente feriti il rev. K.A. Sathis, pastore della Konkal Marthoma Church, e quattro fedeli. Alcuni aggressori hanno seguito le vittime in ospedale, riuscendo ad assalirle una seconda volta e lanciando pesanti minacce nei loro confronti. La violenza del gruppo estremista è iniziata fuori la chiesa dove sono stati distrutti oltre 20 veicoli parcheggiati. All’interno del luogo di culto oltre a picchiare i presenti hanno dissacrato l’altare, bruciato la Bibbia e rotto gli strumenti musicali.
Sejan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) in seguito ai violenti attacchi ha detto: “Condanniamo queste violenze anticristiane nel modo più fermo. Diffondono una cultura che ritiene illegittime le conversioni religiose, anche se l’art.25 della Costituzione garantisce la libertà di culto”. Ha proseguito poi richiamando le autorità locali: “I cristiani pentecostali – ha spiegato – sono un obiettivo facile per le frange estremiste indù, con la polizia che volta lo sguardo dinanzi alle richieste d’aiuto di fedeli vulnerabili e ignora addirittura le atrocità compiute su donne e bambini”.
Circa l’89% della popolazione del Tamil Nadu è indù, seguita dalla minoranza cristiana (6,1%) e musulmana (5,6%). Il cristianesimo è diffuso soprattutto nei distretti meridionali dello Stato, che ospitano alcuni dei luoghi-simbolo del cristianesimo in India: il Monte di S. Tommaso (Chennai) dove sarebbe avvenuto il martirio di S. Tommaso Apostolo, discepolo di Gesù che ha portato il cristianesimo in India; la basilica di San Thome, sempre dedicata a S. Tommaso; Nostra Signora della Salute a Velankanni, nota come la “Lourdes d’oriente”.