La svedese Brigida, compatrona d’Europa

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Il 23 luglio del 1373, in una cella del palazzo annesso alla chiesa che porta il suo nome a piazza Farnese a Roma, moriva la futura santa Brigida.

Era nata settant’anni prima nel castello di Finsta, una cittadina della Svezia, ed era di sangue reale. La madre Ingeborg Bengtsdotter, infatti, apparteneva alla stirpe dei Folkungar.

Da giovinetta, Brigida ebbe la sua prima conversazione con il Salvatore; e al Salvatore, più tardi, dedicò l’ordine monastico da lei stessa fondato.

Ma prima, Brigida fu presa dalle cure del mondo e dalla vita politica. E proprio per motivi politici, nel 1318, ad appena quindici anni, sposò il diciottenne Ulf Gudmarson, anche lui di sangue reale e, nel corso degli anni, gli diede otto figli: quattro maschi e quattro femmine.

Dopo la nascita dei figli, indusse il marito a rinunciare alla carica di consigliere del re, e a dedicare il proprio tempo a prendersi cura dei poveri e dei più bisognosi, fondando ospedali e case di cura.

Naturalmente in questo periodo, la giornata di Brigida era divisa anche, fra l’educazione dei figli, l’amministrazione dei suoi beni che erano considerevoli e le funzioni di dama di corte della regina Bianca di Namur (1320-1363), moglie di re Magnus IV di Svezia (1316-1374).

Da un lato Brigida prese parte attiva alla politica europea, dall’altro raduno intorno a sé i teologi più importanti della sua nazione ed anche di altri Paesi. Verso il 1340 venne in conflitto con il re Magnus IV, per le tendenze totalitarie di quest’ultimo e lasciò la corte per iniziare un pellegrinaggio nella regione delle Asturie, in Spagna, a Compostela.

Dopo la morte del marito, nel 1344, Brigida ebbe una seconda conversazione con il Cristo, la prima di una lunga serie di rivelazioni secondo le quali il Cristo stesso l’aveva scelta come strumento per avviare gli uomini e le donne sulla strada della rettitudine. L’autenticità di queste rivelazioni, è testimoniata dai suoi confessori e direttori spirituali a cui Brigida obbedì sempre.

Ritornata in Svezia, rinunciò a tutti i suoi beni, conducendo una vita di penitenza e preghiera in una casa monastica. Alla base dell’esperienza spirituale di Brigida c’è certamente l’unione mistica. Ella stessa si definiva “Sposa di Cristo”, descrivendo con parole semplici, ma piene di passione, la dolcezza che a lei procurava questa unione.

Dirà infatti che il suo principale desiderio consisteva “nell’amare Dio con tutto il cuore…nella negazione di sé e della propria volontà”.

Brigida fondò l’ordine del Santissimo Salvatore, detto delle “brigidine”, e venne a Roma nell’Anno Santo del 1350 per ottenere la necessaria approvazione del pontefice, che era allora Clemente VI (1342- 1352). A Roma Brigida si adoperò per far tornare nella città papa Urbano V (1362-1370) che si era trasferito ad Avignone in Francia. Trasfuse anche  il suo impegno per porre fine alla “Guerra dei Cent’anni”, tra Francia ed Inghilterra.

Di ritorno da un viaggio in Terra Santa, si ammalò e ritornata a Roma, morì il 23 luglio del 1373.

Fu elevata agli onori degli altari il 7 ottobre del 1391 da Bonifacio IX (1389-1404), sotto il pontificato di  Leone XIII (1878-1903)  divenne patrona della Svezia e il 1° ottobre 1999 Giovanni Paolo la proclamò compatrona d’Europa, insieme alle sante Caterina da Siena, Teresa Benedetta della Croce e ai santi Benedetto da Norcia e a Cirillo e Metodio.