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Non c’è pace per il Sudan. Appello della Christian Youth Union

Continuano i combattimenti a Khartoum: uccisi in un bombardamento su un mercato 23 civili

La guerra dimenticata del Sudan non è una guerra religiosa, la maggior parte dei combattenti condividono la stessa fede musulmana. Ma vi sono episodi che vedono coinvolte le minoranze cristiane. Come avvenuto agli inizi di ottobre quando un gruppo di fedeli appartenenti alla Sudan Christian Church Al Iziba, sono stati catturati da membri dell’intelligence militare delle SAF a Khartoum Nord. Secondo Osama Saeed Musa Koudi, presidente della Sudanese Christian Youth Union, citato dal quotidiano online Altaghyeer, i detenuti sono stati arrestati in gruppo tra il 2 e il 7 ottobre e includono 16 uomini, 25 donne e 54 bambini. Tutti originari delle montagne Nuba sono accusati di essere sostenitori delle RSF, solo perché sono rimasti nelle aree di Khartoum occupate da queste ultime, per il semplice motivo che non avevano la possibilità di andarsene altrove.

Sudan
Foto di Christian Packenius da Pixabay

Allarme Sudan

Continuano i combattimenti nell’area della capitale sudanese Khartoum dove le forze armate sudanesi (SAF) cercano di scacciare dalle loro posizioni i miliziani delle Forze di Supporto Rapido (RSF). A farne le spese, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides,  sono i civili, colpiti dai bombardamenti come quello che ha centrato domenica 13 ottobre un mercato a sud di Khartoum, provocando almeno 23 morti e 40 feriti. La strage è attribuita ad un bombardamento effettuato da aerei delle SAF che utilizza l’arma aerea per cercare di prevalere sulle forze delle RSF che sono asserragliate in alcune roccaforti ben difese nella capitale. Che le intenzioni dell’esercito di dare assalto a queste posizioni siano serie si può intuire dalle foto rilasciate da Sudan Tribune di camionette corazzate appena ricevute dalle SAF che sono strutturate come veri e propri mini fortini ambulanti concepiti per affrontare i cecchini nascosti sui tetti. Dotate di una forte blindatura e di telecamere a 360 grandi le autoblindo sono incaricate di proteggere l’avanzata dei militari regolari da una delle maggiori insidie che si incontra nel combattimento urbano. E cioè il cecchino armato di fucile di precisione o di lanciarazzi anticarro. L’altra grande insidia sono le mine e gli ordigni artigianali sotto forma di trappole esplosive.

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