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Sudafrica, appello dei vescovi per la pace sociale

A quasi 30 anni dalla fine dell’apartheid le ineguaglianze sociali mettono a rischio il processo di riconciliazione nazionale

L’impegno dei vescovi sudafricani per la pace sociale. A quasi 30 anni dalla fine dell’apartheid e dell’instaurazione della democrazia il processo di riconciliazione nazionale si è rallentato. Ciò, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, “a causa della crescita delle ineguaglianze sociali e della povertà”. Padre Peter John Pearson è il responsabile dei rapporti con il Parlamento per la conferenza episcopale che riunisce i vescovi di Sudafrica, Botswana ed Eswatini. Le diseguaglianze economiche sono così profonde che i risultati ottenuti nei primi 10 anni dalla fine dell’apartheid “sono stati cancellati”. Di conseguenza anche il processo di riconciliazione nazionale ne soffre. Perché, sottolineano i vescovi, “questo va avanti nella misura in chi la gente ne trae beneficio”.vescovi

Sos dei vescovi

“Siamo in un periodo pericoloso- evidenzia padre Pearson-. Le cose che diamo per scontate si stanno sfasciando. Crescono le tensioni relative alle questioni razziali ma soprattutto concernenti le ineguaglianze economiche. E cioè forti sperequazioni di reddito, disoccupazione dilagante“. Nel 2024 i sudafricani saranno chiamati al voto per il rinnovo del Parlamento e degli organi provinciali. I sondaggi mostrano la sfiducia della maggioranza dei sudafricani verso i propri politici. Intanto emergono alcune minoranze politiche che sembrano ben intenzionate a imprimere una svolta alla politica in Sudafrica. “I cambiamenti politici – aggiunge padre Pearson- sono spesso predicati da una minoranza iniziale molto piccola”. La responsabilità maggiore di questa situazione è del sistema politico incapace di rigenerarsi. E di porre un freno alla corruzione dilagante al suo interno. Ma anche il sistema economico e la società civile hanno la loro parte di responsabilità. Soprattutto per non essere stati capaci di opporsi alle derive della politica. E di rimanere silenti di fronte alla corruzione e al malgoverno. vescovi

Distribuzione del reddito

Il Sudafrica ha la più alta disuguaglianza di reddito al mondo. Con un coefficiente di Gini pari a circa 0,67. Il coefficiente di Gini è una misura statistica ampiamente utilizzata per valutare la distribuzione del reddito nella popolazione di un Paese. Assume un valore compreso tra 0 e 1. Un coefficiente pari a 1 indica una disuguaglianza perfetta. Ovvero in cui un individuo in un Paese guadagnerebbe tutto il reddito nazionale. Al contrario, un coefficiente pari a 0 è un indicatore di perfetta uguaglianza. Dove il reddito del paese è distribuito totalmente tra tutti i suoi cittadini. Le ineguaglianze economiche sono traiate dall’alto tasso di disoccupazione, ufficialmente del 32.6%. Un dato che però non tiene conto di coloro che hanno cessato di cercare un impiego. La maggior parte di chi lavora ha bassi guadagni. Al punto che il 10% delle famiglie sudafricane più ricche è responsabile di circa il 52% della spesa complessiva a livello nazionale. Il 10% delle famiglie più povere contribuisce solo per lo 0,8% alla spesa totale.

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