Monsignor Alex Lodiong è vescovo di Yei in Sud Sudan. E lancia un appello alle autorità di Kampala e alle organizzazioni internazionali. Affinché proteggano da illecite interferenze i rifugiati sud sudanesi accolti in Uganda. Il presule descrive la situazione all’agenzia missionaria vaticana Fides. “In tanti si recano nei campi per imbrogliare i rifugiati“, afferma. Il riferimento è alle visite di alcuni politici sud sudanesi nei campi di accoglienza. Per cercare di seminare discordia. E reclutare combattenti. Il vescovo di rivolge alle autorità ugandesi: “Se notate un politico o qualche persona che sta portando armi in questi campi, arrestateli. E metteteli in prigione. Persone che portano armi entrano per confondere la nostra gente rifugiata in Uganda”.
Sud Sudan nel caos
Monsignor Lodiong deplora che alcuni leader dell’opposizione rifugiatisi all’estero sono stati uccisi dai rivali che hanno seguito le loro tracce. Chiede al governo dell’Uganda di non collaborare con il governo del Sud Sudan detenendo i leader dell’opposizione scappati oltre confine. “Alcuni dissidenti sono stati anche seguiti nelle città. Sono stati arrestati. E sono stati uccisi- osserva il presule- Speriamo che non ci sia stata alcuna cooperazione da parte del governo dell’Uganda per permettere che queste persone venissero arrestate in quel modo. Speriamo di no, perché queste persone si sono recate in Uganda per cercare salvezza”. Monsignor Lodiong ha visitato l’insediamento di profughi di Palorinya, ad Arua, istituito sei anni fa nel distretto di Moyo. Nella regione del Nilo occidentale in Uganda. L’insediamento ospita al momento circa 166.000 rifugiati sud-sudanesi. Con una superficie totale di oltre 37 chilometri quadrati. Attualmente è chiuso a nuovi arrivi.