Ci saranno presenze di grande rilievo, a cominciare dalla cancelliera Merkel e dal presidente del Parlamento europeo Tajani al prossimo meeting per la pace promosso dalla Comunità di S. Egidio dal 10 al 12 settembre in Germania. L’incontro è stato presentato oggi dal presidente della Comunità, Marco Impagliazzo. Un evento nato nello “spirito di Assisi” nel 1987, l’anno successivo al grande incontro interreligioso voluto da San Giovanni Paolo II nella città del Poverello. “Quest’anno – ha detto Impagliazzo – abbiamo avuto l’invito delle diocesi tedesche di Münster e Osnabrück e inoltre ricorrono i 500 anni dalla Riforma di Lutero. Vogliamo sottolineare così anche il ruolo dell’Europa, così spesso messo in discussione da alcuni Stati, come dimostra la mancanza di solidarietà sulla questione dei migranti, e rilanciare uno dei fondamenti dell’Unione che è proprio la pace: vogliamo lanciare dal cuore dell’Europa un forte messaggio di pace nonostante la crisi che sta vivendo negli ultimi mesi la costruzione europea”.
Le motivazioni
Impagliazzo ha messo in evidenza come il tema faccia fatica a emergere a livello internazionale proprio quando “dovrebbe essere sempre più al centro dell’interesse generale”, di fronte alla minaccia terroristica, ai numerosi conflitti ad alta o bassa intensità, al “clima di insorgente razzismo legato al fenomeno migratorio”. Per questo diventa centrale “il ruolo delle religioni nel mondo della globalizzazione” perché avendo “un rapporto diretto con la gente” aiutano a “comprendere dal basso i cambiamenti attuali”. Il titolo dell’incontro è indicativo: “Lo scorso anno ad Assisi era ‘Sete di pace’, ora abbiamo scelto ‘Strade di pace‘, perché vogliamo indirizzare, indicare alcune vie di pace utili al mondo”.
Le personalità
Oltre a Merkel e Tajani, saranno molte le personalità politiche e religiose presenti a Münster, a cominciare dal “presidente del Niger Issoufou: è un Paese chiave per gestire il flusso migratorio e la lotta al terrorismo islamico”. Ci saranno anche il grande imam di Al Azhar al Tayyeb e il patriarca greco-ortodosso di Antiochia Giovanni X, fratello di uno dei vescovi rapiti ormai tre anni fa ad Aleppo. Numerosi cardinali: il nigeriano Onaiyekan, dal Centroafrica Nzapalainga, Ouédraogo dal Burkina Faso, il tedesco Kasper, il francese Barbarin, l’italiano Sepe, l’albanese Simoni, simbolo della persecuzione comunista. Tanti i vescovi, sia cattolici che evangelici, e particolarmente rappresentativa la presenza di religiosi musulmani. Nutrita anche quella di esponenti ebrei, tra cui il rabbino capo di Roma Di Segni.
Gli argomenti
I lavori affronteranno le più svariate tematiche: educazione alla pace; i conflitti aperti e le vie per risolverli; la non violenza, sulle orme del messaggio di Papa Francesco per l’ultima giornata per la pace; il disarmo; le migrazioni; il diritto alla salute; l’ecologia. Ci saranno focus su tre Paesi (Siria, Iraq e Tunisia) e poi temi più spirituali, tra cui il dialogo tra cristiani e musulmani e la Parola di Dio, nell’anniversario della Riforma luterana.