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Stop dell’episcopato alle stragi nella Repubblica Democratica del Congo

Video-messaggio dal Congo alla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre: "Un aiuto per la povera gente, da tanti anni siamo sulla Via Dolorosa, ci sentiamo abbandonati" 

E’ una Chiesa che soffre e non si arrende quella impegnata  in prima linea per la pace nella Repubblica Democratica del Congo. Sanguinosi massacri di civili si succedono nel nord-est del paese africano. Ad opera dei miliziani delle Allied Democratic Forces (Adf) il vescovo di Butembo-Beni ha fatto appello alla comunità internazionale. Affinché ascolti le “grida di dolore” del popolo congolese.

Il grido d’aiuto del Congo

In un video-messaggio inviato alla Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, monsignor Melchisédech Sikuli Paluku afferma: “Spero che ci sia un aiuto per la povera gente. Da tanti anni siamo sulla Via Dolorosa. Ci sentiamo abbandonati”. Nelle ultime tre settimane, nei dintorni di Beni, sede del vescovado, almeno quaranta persone sono state brutalmente assassinate. Durante una serie di attacchi che sarebbero stati compiuti dal gruppo Adf. Molti sono stati decapitati a colpi di machete. Il video-messaggio del presule ad Acs riporta anche immagini sconvolgenti. Scene che mostrano le vittime e la terra intrisa del loro sangue. “Solo nell’ultimo anno sono state uccise circa mille persone- evidenzia il presule- Questo accade da dieci anni, dal 2014 la situazione è drasticamente peggiorata. Un massacro segue l’altro”.

Indifferenza

L’episcopato deplora l’indifferenza del governo e dei media. “I media nel nostro Paese non riportano nulla o quasi nulla al riguardo. E ai nostri politici l’unica cosa che interessa è ottenere una parte del potere. La gente qui semplicemente non conta. E ha la percezione che il governo non esista. Abbiamo la sensazione che le autorità statali ci abbiano abbandonato. Auspichiamo che, in futuro, lo Stato si impegni maggiormente per porre fine ai massacri”. Da anni i miliziani delle Allied Democratic Forces, originari dell’Uganda, devastano le zone di confine. Tra la Repubblica Democratica del Congo e la stessa Uganda. Un’area particolarmente ricca di risorse. Durante questo periodo l’esercito congolese e la missione di pace Onu non sono riusciti a riportare la pace nella zona. La regione intorno a Beni, nella provincia del Nord Kivu, è considerata l’epicentro della violenza. “Il Congo orientale soffre della crisi umanitaria più duratura in Africa- sottolinea Acs-.Ed è tempo che essa sia adeguatamente affrontata“.

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