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SPARISCE NEL NULLA L’AVVOCATO CINESE CHE DIFENDEVA LE CROCI

Non si ha ancora nessuna notizia dell’avvocato cinese Zhang Kai, che è stato arrestato il 25 agosto scorso dalla polizia di Wenzhou e da allora è sparito. Zhang aveva riunito un team legale per difendere i diritti religiosi nella provincia cinese del Zhejiang. Parlando con i suoi amici l’8 agosto su Wechat, l’avvocato ha commentato: “Ho fatto mente locale. Il massimo che possono fare è imprigionarmi. Ma se rimango in silenzio, me ne pentirò per tutto il resto della mia vita”. Dopo due settimane è stato portato via dalla polizia insieme al suo assistente Peng Liu.

Zhang Kai è stato il più attivo e rappresentativo difensore dei diritti religiosi in Cina negli ultimi anni. Di fede cristiana l’avvocato si è battuto contro i molti casi di “demolizione delle Croci” nel Zhejiang, elaborando un meticoloso sistema legale che ha paralizzato la burocrazia Cinese, citando in giudizio ogni singolo ente governativo della provincia coinvolto nelle rimozioni illegali. Da più di un anno infatti continua la sistematica distruzione e rimozione di Croci e Chiese da parte del governo di Pechino, con la scusa di voler “abbellire” la regione eliminando le strutture illegali ed edifici vistosi.

La distruzione è cominciata, secondo fonti locali, dopo la visita di Xia Baolong – segretario del partito comunista – a Baiquan all’inizio del 2013. Il rappresentante del governo di Pechino avrebbe ordinato la demolizione delle Croci perché “svettavano in maniera troppo evidente e offensiva alla vista”. Da allora l’opera di demolizione delle Chiese e rimozione delle Croci è diventata una costante degli impegni del partito nella Regione, a discapito dei molti Cristiani che la popolano.

Ho calcolato che vi sono circa nove attività in cui possiamo impegnarci. –Ha spiegato Zhang Kai in numerose occasioni – Chiedere il permesso di svolgere delle marce; ascoltare testimonianze; denunciare i funzionari; scrivere lettere; presentare cause legali; chiedere la libertà di accesso alle informazioni del governo. Ma ve ne sono altre. Gli avvocati non sono per forza in grado di prevenire la rimozione delle croci, ma possono quanto meno denunciare la natura illegale di questo atto. Anche se fossero state costruite fuori dai criteri di legge, dovrebbero esserci processi legali e ragionevoli prima di rimuoverle. Altrimenti dov’è la legalità?”

A luglio di quest’anno il governo Cinese ha approvato una serie di regolamenti sulla costruzione religiosa nella provincia del Zhejiang. Queste norme mettono in pericolo di fatto l’esistenza stessa di molte chiese della regione impedendo l’esposizione di Croci sul tetto degli edifici e consentendo soltanto di esporle nelle facciate. Con questi regolamenti le autorità possono legalmente abbattere le Chiese che non rispettano le norme senza bisogno di provare la loro “illegalità”. Una vera e propria guerra quella del Governo di Pechino contro le minoranze Cristiane a cui, in molti casi, è formalmente impedito dalle autorità di riunirsi perché considerate destabilizzanti per l’ordine pubblico. Gli esponenti del Partito Comunista non fanno segreto della loro diffidenza verso il Cristianesimo, non solo come retaggio culturale marxista, ma anche per ragioni economiche e di potere.

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