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Sos dell’arcivescovo Ledesma per la situazione sociale nelle Filippine

"Stato di emergenza alimentare" mentre il paese è in campagna elettorale

Allarme sociale nelle Filippine. Lo stato di “emergenza alimentare” è stato dichiarato dal governo filippino per contrastare la “crisi del riso” causata da un picco straordinario nei prezzi dell’alimento base del Paese. Si tratta di “una questione economica ma anche con risvolti politici. Siamo in campagna elettorale, verso le elezioni di medio termine previste a maggio. E la questione del riso è destinata ad influenzare questo tempo. Sarà utilizzata dai politici per capitalizzare il consenso, da una parte e dall’altra, pro o contro il presidente Marcos”, rileva in un colloquio con l’agenzia missionaria Fides il gesuita Antonio Ledesma. Arcivescovo emerito di Cagayan de oro, sull’isola di Mindanao. Racconta il presule: “Si avverte del malcontento ma la gente riesce ancora a comprare il riso al mercato. E’ una questione essenziale e siamo in un equilibrio precario. Vi sono da considerare gli agricoltori che hanno un basso ricavo per la coltivazione e vendita del riso. La loro situazione si incrocia con la questione dell’importazione. Nelle Filippine, infatti, non si riesce a colmare con la produzione locale il fabbisogno nazionale”.

Filippine
Foto di Pierre Bamin su Unsplash

Crisi-Filippine

E’ una questione aperta e antica, quella di rendere il paese autosufficiente per il fabbisogno di riso e di trovare le misure per ottenere questo risultato. “Sono tutti temi che toccano il bene comune, ma entrano ora nella campagna elettorale e rischiano di essere strumentalizzati”, spiega l’arcivescovo. La dichiarazione sullo stato di emergenza alimentare consente di liberare le scorte di riso detenute dalla “National Food Authority” (NFA) per stabilizzare i prezzi. E per garantire che il riso, un alimento base per milioni di filippini, rimanga accessibile ai consumatori. Si prevede un rilascio di 300mila tonnellate di riso, circa 30mila al mese, per un periodo di dieci mesi, con l’obiettivo di stabilizzare il mercato su prezzi calmierati. La NFA inizierà a vendere le sue scorte di riso in mercati selezionati a società controllate dal governo al prezzo di 36 pesos /kg. Mentre attualmente il riso si vende tra 50 e i 60 pesos per chilo. Ciò aiuterà sia i consumatori sia gli agricoltori locali, poiché renderà disponibile riso a un costo più basso. Lo stato di emergenza per la sicurezza alimentare resterà in vigore fino alla sua revoca da parte del ministero.

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