“Il terremoto ha distrutto cuori, case, la vita delle persone ma può diventare occasione di rinascita della nostra terra e soprattutto della nostra comunità”. Lo ha detto il vescovo di Ascoli Piceno Giovanni D’Ercole, nel corso dell’omelia ai terremotati di Pescara e Arquata del Tronto, riuniti sotto la tenda del Ccr. “Questa messa – ha aggiunto – è dedicata al ricordo dei nostri morti del sisma del 24 agosto ma è anche un segno di speranza per il futuro di questa nostra famiglia che deve rimanere unita nella preghiera“.
Facendo riferimento alle letture e al Vangelo, mons. D’Ercole ha ricordato che “c’è chi ha perso familiari, la casa o è rimasto solo dentro di sé, si è perso e non sa dove andare: la preghiera di queste persone è quella più diretta verso Dio anche se a pronunciarla è chi non crede. La vera preghiera è fare del bene agli altri e avere un atteggiamento di comprensione. In questo momento la preghiera sta nell’atteggiamento, nell’aiutare. Una preghiera, questa, che ci rende tutti fratelli perché la solitudine si vince con la solidarietà di tutti. Sembra una preghiera laica, ma è invece assolutamente evangelica“.
Alla messa era presenti la presidente della Camera Laura Boldrini, il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani e il capo della Protezione civile nazionale Fabrizio Curcio. Ad assistere c’erano anche il sindaco di Arquata del Tronto (di cui Pescara è una frazione) Aleandro Petrucci, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, quello della Provincia D’Erasmo. Prima della messa Errani e Curcio hanno tenuto una riunione al Ccr per fare il punto sulla situazione delle casette di legno. Al momento sono state individuate sei aree idonee a ospitarne 160 circa. Da valutare una settima a Capodacqua. Quanto ai tempi, si continua a parlare della prossima primavera.