Gli interventi pastorali e caritativi a favore degli sfollati, il fenomeno dell’emigrazione dei cristiani, la scelta del nuovo Vescovo caldeo per la diocesi di San Pietro Apostolo a San Diego (Usa), a beatificazione dei martiri caldei: sono alcuni dei temi caldi che si discuteranno nel prossimo, imminente, Sinodo della Chiesa caldea, che si svolgerà a Erbil, capoluogo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, dal 21 al 28 settembre. Il Patriarcato caldeo ha diffuso un comunicato in cui chiede ai fedeli caldei sparsi in tutto il mondo di pregare affinchè il Signore “illumini i padri sinodali” e li aiuti a svolgere un lavoro fruttuoso.
“Le beatificazioni di cui abbiamo iniziato a parlare” riferisce, all’agenzia Fides il Patriarca caldeo, Louis Raphael I Sako, “sono quelle dei martiri del ‘Genocidio assiro caldeo’, avvenuto un secolo fa nei territori dell’attuale Turchia, tra i quali figurano anche tre vescovi. Ma ci sono da considerare anche i martiri più recenti, come il sacerdote Ragheed Aziz Ganni, suor Cecilia Moshi Hanna e l’arcivescovo Paulos Faraj Rahho, che guidava l’arcieparchia di Mosul. Ma parleremo anche di altre questioni, come del rinnnovamento liturgico e del futuro della Piana di Ninive”.
Il 25 settembre, sempre a Erbil, si aprirà anche un’importante conferenza programmatica della Lega Caldea, l’organizzazione – fortemente voluta dal Patriarca caldeo Sako – fondata nel luglio 2015 come strumento per custodire “i diritti sociali, politici e culturali” della comunità caldea, senza che la rivendicazione di tali diritti diventi appannaggio esclusivo di sigle partitiche gestite da attivisti cristiani. Le modifiche apportate alle bozze degli statuti della Lega caldea, prima della sua inaugurazione ufficiale, ne avevano accentuato le venature identitarie e “nazionaliste”. Nel comunicato diffuso dal Patriarcato caldeo, e ripreso dall’Agenzia Fides, si ribadisce che la Lega Caldea “è un organismo autonomo, non affiliato a nessun partito politico e a nessun gruppo finanziario”.