“Siamo tutti chiamati a partecipare all’amore di Dio, alla sua tenerezza, alla sua bontà, alla sua misericordia“. In una piazza San Pietro gremita di fedeli provenienti da ogni parte del mondo, Papa Francesco ha presieduto la preghiera del Rosario, in occasione del Giubileo Mariano. Tra tutte le celebrazioni previste per l’Anno Santo, questo è tra gli eventi più particolari, vista la grande devozione di ogni cristiano verso la Madre di Dio.
Dopo il pellegrinaggio alla Porta Santa, una suggestiva processione di un centinaio di delegazioni mariane (circa 45 comunità nazionali e oltre 50 santuari) ha attraversato la piazza antistante la basilica vaticana. Dalla Germania alla Francia, dal Belgio alla Spagna, dall’Ungheria all’Argentina, passando per l’India ed il Vietnam, una lungo fiume di devoti ha sfilato su via della Conciliazione con le tante immagini con cui la Vergine Maria è venerata nelle diverse parti del mondo. Tra le icone presenti, anche la “Salus Populi Romani“, venerata nella basilica papale di Santa Maria Maggiore, alla quale Papa Francesco è tanto affezionato.
Davanti alla Madonna venerata dai romani, Bergoglio ha quindi recitato la preghiera del Rosario. “In questa Veglia abbiamo ripercorso i momenti fondamentali della vita di Gesù, in compagnia di Maria – ha detto il Pontefice -. Con la mente e il cuore siamo andati ai giorni del compimento della missione di Cristo nel mondo”. Elencando i cinque misteri gloriosi, il Papa ha sottolineato come negli ultimi due si contempla “la Vergine Maria nella gloria del Cielo, lei che fin dai primi secoli è stata invocata come Madre della Misericordia“.
In effetti, il “Rosario è, per molti aspetti, la sintesi della storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia di salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia. I misteri che passano dinanzi a noi sono gesti concreti nei quali si sviluppa l’agire di Dio nei nostri confronti – ha aggiunto -. Attraverso la preghiera e la meditazione della vita di Gesù Cristo, noi rivediamo il suo volto misericordioso che va incontro a tutti nelle varie necessità della vita. Maria ci accompagna in questo cammino, indicando il Figlio che irradia la misericordia stessa del Padre”. Francesco ribadisce che Maria è “l’Odigitria“, ovvero “la Madre che indica il percorso che siamo chiamati a compiere per essere veri discepoli di Gesù”.
Tuttavia, questa preghiera “non ci allontana dalle preoccupazioni della vita”, ma “ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi”. Infatti, tutte le volte “che contempliamo un mistero siamo invitati a riconoscere in quale modo Dio entra nella nostra vita, per poi accoglierlo e seguirlo”. In tal modo veniamo a conoscenza della “via che ci porta a seguire Cristo nel servizio ai fratelli”. “Accogliendo e assimilando dentro di noi alcuni momenti della vita di Gesù – ha proseguito il Papa -, partecipiamo alla sua opera di evangelizzazione perché il Regno di Dio cresca e si diffonda nel mondo”. Ricordando la missione di ogni battezzato, Bergoglio ha ricordato che ogni cristiano è portatore di Cristo. “Pertanto, non possiamo rinchiudere il dono della sua presenza dentro di noi. Al contrario, siamo chiamati tutti chiamati a partecipare al suo amore, alla sua tenerezza, alla sua bontà, alla sua misericordia”. Questa è la gioia di ogni credente, “che non si ferma dinanzi a nulla, perché porta un annuncio di liberazione e di salvezza“.
La Vergine Maria è il modello che “ci permette di comprendere cosa significa essere discepoli di Cristo”. Infatti, lei “ha imparato a farsi discepola. Il suo primo atto è stato quello di porsi in ascolto di Dio. Ha obbedito all’annuncio dell’Angelo – ha proseguito Papa Bergoglio – e ha aperto il suo cuore per accogliere il mistero della maternità divina. Ha seguito Gesù, mettendosi in ascolto di ogni parola che usciva dalla sua bocca; ha conservato tutto nel suo cuore ed è diventata memoria vivente dei segni compiuti dal Figlio di Dio per suscitare la nostra fede“.
Tuttavia – sottolinea il Pontefice -, “non basta soltanto ascoltare. Questo è certamente il primo passo, ma poi l’ascolto ha bisogno di tradursi in azione concreta“. Infatti, il discepolo “mette la sua vita al servizio del Vangelo”, così come ha fatto Maria nell’andare da Elisabetta “per aiutarla nella sua gravidanza”, o a Cana, dove “si prese cura di due giovani sposi”. Ma anche sul Golgota, dove “non indietreggiò davanti al dolore ma rimase sotto la croce di Gesù e, per sua volontà, divenne Madre della Chiesa”. Durante la sua vita, “Maria ha realizzato quanto è chiesto alla Chiesa di compiere in memoria perenne di Cristo”.
“Nella sua fede, vediamo come aprire la porta del nostro cuore per obbedire a Dio; nella sua abnegazione, scopriamo quanto dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime, troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore. In ognuno di questi momenti, Maria esprime la ricchezza della divina misericordia, che va incontro ad ognuno nelle necessità quotidiane”.
“Invochiamo questa sera la nostra tenera Madre del cielo – ha concluso il Papa -, con la più antica preghiera con cui i cristiani si rivolgevano a Lei, soprattutto nei momenti di difficoltà e di martirio. Invochiamola nella certezza di essere soccorsi dalla sua materna misericordia, perché Lei possa essere protezione, aiuto e benedizione per ogni giorno della nostra vita”.