Si è spento lunedì alle 21.20 a Roma il prelato dell’Opus Dei mons. Javier Echevarria. E’ stato il secondo successore di san Josemaria Escrivà. Nato il 14 giugno 1932 a Madrid, fin dai primi anni Cinquanta fu uno dei più stretti collaboratori del fondatore, insieme a don Alvaro del Portillo al quale è succeduto nel 1994. Proprio a lui (“Javi, non mi sento bene”) furono rivolte le ultime parole di san Josemaria prima di morire, mentre rivolgeva lo sguardo all’immagine della Madonna di Guadalupe. E per una singolare coincidenza, che sembra quasi una carezza della Vergine, mons. Echevarria è morto proprio nel giorno della memoria liturgica della “Morenita”, di cui era tanto devoto. Fu ordinato sacerdote il 7 agosto 1955 e vescovo il 6 gennaio 1995 da san Giovanni Paolo II.
Esattamente due anni fa aveva nominato vicario ausiliare della Prelatura mons. Fernando Ocariz, che gli ha amministrato in serata gli ultimi sacramenti. Dal 5 dicembre era ricoverato al Campus Bio Medico a causa di una infezione polmonare trattata con antibiotici. Nelle ultime ore il quadro clinico è peggiorato causando un’insufficienza respiratoria che ha causato il decesso. Per i fedeli dell’Opera era semplicemente il Padre.
Poche settimane fa aveva avuto la gioia di essere ricevuto dal S. Padre in udienza privata. E proprio la fedeltà al Romano Pontefice era uno dei tratti salienti del suo carattere. Negli incontri, con singoli, con famiglie o davanti a un uditorio più numeroso, non mancava mai di ripetere l’invito a pregare per il Papa, a offrire ore di studio e di lavoro per il successore di Pietro e per la Chiesa. Laureato in giurisprudenza e in diritto canonico, ha collaborato con la Curia Romana come consultore della Congregazione per le cause dei santi e del Clero e del Supremo tribunale della Segnatura apostolica.
Numerosi i suoi viaggi in tutto il mondo sulle orme delle “scorribande apostoliche” dei suoi predecessori. Diversi i suoi testi di spiritualità, oltre al libro di memorie su san Josemaria. Ora spetta a mons. Ocariz, secondo il diritto peculiare della Prelatura, gestire il governo ordinario e convocare entro un mese il congresso, che si dovrà celebrare entro tre mesi, per l’elezione del nuovo prelato che andrà poi confermata dal Pontefice.
Questa mattina il Papa ha telefonato al vicario dell’Opera per esprimere la vicinanza a tutta la Prelatura e assicurare preghiere per mons. Echevarria. Poi ha inviato un telegramma in cui oltre ad esprimere il suo cordoglio si unisce “al vostro ringraziamento a Dio per la sua paterna e generosa testimonianza di vita sacerdotale ed episcopale. Sull’esempio di San Josemaria Escrivà e del beato Alvaro del Portillo, ai quali è succeduto alla guida di tutta questa famiglia, ha donato la sua vita in un costante servizio di amore alla Chiesa e alle anime. Elevo al Signore un fervente suffragio per questo fedele servitore suo affinché lo accolga nella sua gioia eterna e lo raccomando con affetto alla protezione di Nostra Madre la Vergine di Guadalupe, nella cui festa ha reso l’anima a Dio”.
In una intervista alla Radio Vaticana, mons. Ocariz lo ricorda come “un sacerdote e vescovo fedele, buono, alla mano” e indica nella “fedeltà” il suo lascito più importante: “Una fedeltà che non era semplicemente una ripetizione ma – riprendendo anche quello che diceva il fondatore – quello che rimane è il nocciolo, lo spirito: i modi di fare, di parlare cambiano con il tempo, ma quello che rimane è la fedeltà allo spirito e questo è un po’ anche la verità che riceviamo di essere fedeli allo Spirito ma aperti sempre alle novità”.
La salma ha lasciato tra gli applausi il Campus Bio Medico per essere traslata nella chiesa prelatizia di S. Maria della Pace, in viale Bruno Buozzi, dove è possibile rendere omaggio al prelato fino a questa sera. I funerali si terranno giovedì 15 alle ore 19 nella basilica di S. Eugenio a Valle Giulia.