Dieci giorni dopo il capodanno religioso, il 10 del mese di tishri, gli ebrei festeggiano lo Yom Kippur. Lo Yom Kippur è il giorno ebraico dell’espiazione, durante cui gli ebrei sono chiamati a riflettere sulle azioni compiute durante l'anno appena concluso e si raccolgono in preghiera in sinagoga. Il più solenne dei giorni del calendario ebraico quest'anno è iniziato al tramonto di ieri e finirà fino a quando stasera spunteranno le prime stelle in cielo. La ricorrenza contempla il digiuno e la contemplazione, oltre alla preghiera per chiedere a Dio il perdono per i propri peccati. Il perdono si chiede al plurale ma la richiesta a Dio è diretta.
Le preghiere liturgiche
Nelle preghiere liturgiche Dio non è solo giudice, ma anche pastore. In una di esse si legge: “Come il pastore esamina il suo gregge facendo passare ogni pecora sotto il suo bastone, così Tu passi in rassegna ogni anima vivente, contando e tenendo il conto e prendendoti cura di ciascuna, e riservi la porzione stabilita per i bisogni di tutte le Tue creature, e iscrivi il verdetto del loro Giudizio”.
La storia
La ricorrenza dello Yom Kippur rievoca il giorno in cui Mosè, tornato dal Sinai, annunciò al popolo ebraico il perdono di Dio e riportò una seconda volta le Tavole della Legge che il profeta aveva distrutto una volta scoperta l'adorazione del vitello d'oro. Lo Yom Kippur cade 10 giorni dopo il capodanno religioso di Rosh haShana. Quest'ultima festività apre il periodo di ravvedimento che serve a preparare l'ingresso nel Giorno del Perdono.
Digiuno e preghiera
L'osservanza dello Yom Kippur richiede il digiuno totale nell'arco delle ore che vanno dal tramonto della vigilia a quello del giorno successivo: ci si astiene dal cibo, dalle bevande e da ogni forma di lavoro. I bambini di età inferiore ai tredici anni sono esentati da questo dovere ma già dall'età di nove anni possono cominciare ad abituarsi gradualmente al digiuno. I malati, invece, se indirizzati in tal senso dai medici, possono mangiare e bere ma devono prima recitare una preghiera di ringraziamento. Il digiuno accompagna l'esame di coscienza a cui sono chiamati tutti i fedeli che chiedono perdono a Dio. La riconciliazione con Lui va di pari passo con quella con il prossimo: alla vigilia del Giorno dell'Espiazione vanno chiusi tutti i litigi e i contenziosi aperti. Durante questo giorno, gli ebrei si augurano tra di loro “Gmar Hatima Tovà” ovvero “che tu possa ricevere un buon sigillo finale”. Questo perchè lo Yom Kippur è considerata la giornata in cui Dio decide il destino di ciascun essere umano. Con quest'espressione, dunque, ci si augura rispettivamente che i propri nomi possano essere iscritti da Lui nel Libro della Vita. Lo Yom Kippur terminerà stasera con il suono dello Shofar, lo strumento a fiato ricavato da un corno ed utilizzato nel rituale ebraico.
Gli auguri del Papa
Alla Comunità ebraica di Roma sono arrivati gli auguri di Papa Francesco per la solenne ricorrenza. Nel suo messaggio al rabbino capo Riccardo Di Segni, il Santo Padre ha scritto: “In occasione delle solenni ricorrenze di Rosh Ha-Shanah, Yom Kippur e Sukkot, sono lieto di porgere a lei e alla Comunità Ebraica di Roma i miei sinceri auguri. Auspico cordialmente che le imminenti festività, ravvivando la memoria dei benefici ricevuti dall’Altissimo, siano per le Comunità ebraiche nel mondo fonte di ulteriori grazie e di spirituale consolazione. L’Altissimo ci benedica con il dono della pace e susciti in noi un maggiore impegno a promuoverla instancabilmente. Nella Sua infinita bontà, rafforzi ovunque i nostri vincoli di amicizia e il desiderio di favorire un costante dialogo per il bene di tutti. Shalom Alechem”.