In questo anno giubilare dedicato alla Misericordia è sempre più familiare vedere immagini del Santo Padre che abbraccia o scambia visite e auguri con i nostri “Fratelli maggiori”, infatti oggi ricorre per gli Ebrei la Festa di Shavuot, (a. e. 5776) poco conosciuta ai cristiani se non a chi ha qualche amicizia ebraica.
Viene commemorato l’evento più importante nella storia d’Israele, vale a dire il dono della Torah (Legge) sul Monte Sinai, ma si festeggia pure la raccolta del grano e della frutta inoltre è una delle tre feste in cui si compie il pellegrinaggio al Muro del Pianto. La morale del popolo ebraico si basa sui valori trasmessi dalla Legge, il dono da parte di Dio della Torah fu un evento unico e straordinario.
La festa ricorre 50 giorni dopo la Pasqua, ecco che viene denominata “Pentecoste”.
Per questa festa non si usano “simboli” cioè non troviamo lo Shofar, (corno di montone) o l’Hannukah (candelabro) presenti in altre feste ebraiche e che catturano la nostra curiosità quindi stimolano a conoscere le tradizioni d’Israele.
A Shavuot, mancano certi elementi proprio per evitare distrazioni, l’attenzione è rivolta esclusivamente alla Torah. Infatti per tutta la notte fino all’alba, si fa lettura della Legge visto che essa è per gli Ebrei ancora oggi il modo di auto-perfezionarsi, allora lo studio durante tale occasione è definito “un atto di auto-perfezionamento nella notte di Shavuot.”
Al mattino prosegue la lettura del libro di Ruth l’antenata del re Davide, nato e morto nel giorno di questa ricorrenza.
Per la festa di Shavuot in ogni sinagoga è messo un decoro floreale, che rievoca i fiori sbocciati sul monte Sinai dopo il dono della Torah. C’è un certo parallelismo tra la Pentecoste ebraica e quella cristiana spesso le radici ebraiche del cristianesimo sono dimenticate, i Cristiani a Pentecoste celebrano il dono dello Spirito Santo.
In Calabria si inizia a registrare una maggiore attenzione verso gli Ebrei della regione, con i quali si condivide già in determinate zone come la Riviera dei Cedri, o Ferramonti di Tarsia, un’amicizia importante e storica confermata dai vari eventi organizzati annualmente tra le comunità. Occorre un recupero delle tradizioni e far tesoro di un ricco patrimonio culturale come quello che ha Israele.
Una comunione tra le grandi confessioni religiose è fondamentale deve esserci rispetto per costruire una società migliore oggi devastata dalla perdita dei valori. L’apertura mentale può avvenire con una crescita culturale, con la conoscenza, con l’eliminazione dello stigma verso qualcuno o qualcosa. Quale miglior modo per aggregare i popoli se non condividendo le feste principali delle religioni?
Dove c’è gioia, c’è anche pace, una pace che dobbiamo ritrovare al più presto, mettendo in risalto tutto quello che ci unisce: l’amore per Dio e l’amore per il prossimo.
Non ci resta che fare i nostri sinceri auguri a tutta Israele per una felice Pentecoste.