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Sarà ricostruito il convento delle domenicane a Qaraqosh

In Iraq, dopo le devastazioni provocate dall'Isis, è l'ora della ricostruzione, materiale e morale. Una terra millenaria dove bisogna ricominciare, in molti casi, da zero. E' il caso della Piana di Ninive, da cui i cristiani sono stati cacciati impietosamente nel 2014, nonostante vi vivessero praticamente fin dai tempi apostolici. Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) è in prima linea in quest'opera di ricostruzione. Oltre a distribuire generi alimentari e di prima necessità per circa 30 milioni di euro ai rifugiati, la Fondazione nel mese di maggio ha avviato nei villaggi di BartellaKaramless e Qaraqosh i primi cantieri edili. Ma per ricostruire le circa 13.000 abitazioni distrutte o danneggiate servono milioni di dollari e Acs ha varato una sorta di “piano Marshall” che consenta il ritorno dei cristiani nella Piana. Ora, grazie alla generosità dei benefattori italiani, anche le suore domenicane di Santa Caterina da Siena potranno riavere il loro convento a Qaraqosh. Aiuto alla Chiesa che Soffre ha promosso una specifica raccolta fondi a sostegno della ricostruzione del convento. La struttura esisteva dal 1974 e una volta riedificata potrà ospitare circa 20 suore.

Fuga nel terrore

Nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2014, intorno alle 23, le 36 religiose del convento furono costrette ad abbandonare Qaraqosh, dove il loro ordine era presente fin dal 1893, per cercare rifugio dalla violenza dei jihadisti ad Erbil. “Abbiamo camminato per ore al buio, circondate dalla rabbia, dal dolore, dal pianto dei bambini e con la paura di essere rapite, violentate e vendute come era già successo a migliaia di donne yazide” ha raccontato ad ACS suor Silvia Batras, religiosa irachena di 37 anni. In questi anni, sfollate tra gli sfollati, le suore sono rimaste accanto alla popolazione, sostenendo i cristiani e pensando soprattutto ai bambini. Le religiose hanno infatti organizzato due scuole, una ad Ankawa e una a Duhok. Nella prima, realizzata con i fondi raccolti da ACS, hanno studiato, ogni anno, oltre 500 ragazzi cristiani dai 6 ai 13 anni.

Appello per la ricostruzione

“La presenza delle suore di Santa Caterina da Siena a Qaraqosh è molto importante per la ripresa della comunità cristiana nella Piana di Ninive – spiega sul sito della Fondazione il direttore di ACS-Italia, Alessandro Monteduro – Le ho incontrate più volte ad Erbil e ho avuto modo di vedere lo splendido lavoro che fanno, soprattutto nella gestione delle scuole per i bambini cristiani”. Un invito a sostenere il progetto giunge anche da padre Georges Jahola, responsabile per Qaraqosh del Comitato per la Ricostruzione di Ninive. Il sacerdote siro-cattolico rassicura sull’attuale stato dell’area, in seguito alla recenti tensioni tra i governi curdo e iracheno. “Le famiglie sono motivate a restare e a ricostruire. Nella maggior parte della Piana di Ninive, la situazione è rimasta tranquilla. Soltanto a Telskuf e Batnaya c’è stata preoccupazione nei giorni scorsi, dopo l’arrivo dell’esercito iracheno. Ma il quadro non è assolutamente drammatico e i cristiani non stanno affatto abbandonando l’area”.

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