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Il Papa alla delegazione del Patriarcato ecumenico: “Non rassegnarsi alla guerra”

L'incontro nel quadro del tradizionale scambio di Delegazioni per le rispettive feste dei Santi Patroni: Santi Pietro e Paolo e Santā€™Andrea

Oggi Papa Francesco ha ricevuto in udienza la Delegazione del Patriarcato ecumenico nel tradizionale scambio per le rispettive feste dei Santi Patroni: Santi Pietro e Paolo e Santā€™Andrea. Il Pontefice ha inoltre tenuto un discorso incentrato sulla pace.

Santi Patroni: il Papa riceve la Delegazione del Patriarcato ecumenico

Nel quadro del tradizionale scambio di Delegazioni per le rispettive feste dei Santi Patroni ā€“ il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi Pietro e Paolo e il 30 novembre a Istanbul per la celebrazione di Santā€™Andrea ā€“ il 27 giugno ĆØ giunta a Roma la Delegazione del Patriarcato ecumenico, guidata dal metropolita di Pisidia Job, copresidente della Commissione mista internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. Lo hanno accompagnato il vescovo di Nazianzus Athenagoras e il diacono patriarcale Kallinikos Chasapis.

Ieri la Delegazione del Patriarcato ecumenico ha assistito alla solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre e ha incontrato il Dicastero per la promozione dellā€™unitĆ  dei cristiani per le consuete conversazioni; oggi ĆØ stata ricevuta in udienza da Papa Francesco.

Fonte: AgenSIR

Il Papa, la guerra ĆØ un disastro, non possiamo rassegnarci

Il Papa torna a parlare di “pace, specialmente nella martoriata Ucraina. ƈ una guerra che, toccandoci piĆ¹ da vicino, ci mostra come in realtĆ  – afferma in un discorso al Patriarcato ecumenico – tutte le guerre sono solo dei disastri, dei disastri totali: per i popoli e per le famiglie, per i bambini e per gli anziani, per le persone costrette a lasciare il loro Paese, per le cittĆ  e i villaggi, e per il creato, come abbiamo visto recentemente a seguito della distruzione della diga di Nova Kakhovka. Come discepoli di Cristo, non possiamo rassegnarci alla guerra, ma abbiamo il dovere di lavorare insieme per la pace. La tragica realtĆ  di questa guerra che sembra non avere fine esige da tutti un comune sforzo creativo per immaginare e realizzare percorsi di pace, verso una pace giusta e stabile”.

“Il Vangelo ci mostra che la pace non viene dalla mera assenza di guerra – sottolinea il Papa nel discorso rivolto al Patriarcato ecumenico – ma nasce dal cuore dell’uomo. A ostacolarla, infatti, ĆØ in ultima analisi la radice cattiva che ci portiamo dentro: il possesso, la volontĆ  di perseguire egoisticamente i propri interessi a livello personale, comunitario, nazionale e persino religioso”. Per il Pontefice “alle chiusure e agli egoismi va opposto lo stile di Dio che, come ci ha insegnato Cristo con l’esempio, ĆØ servizio e rinuncia di sĆ©. Possiamo esser certi che, incarnandolo, i cristiani cresceranno nella comunione reciproca e aiuteranno il mondo, segnato da divisioni e discordie”.

Fonte:Ā Ansa

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