Santa Teresa d’Avila: la continua ricerca di Dio

Foto di Anne and Saturnino Miranda da Pixabay

Avila una città spagnola, capoluogo di provincia nella regione di Castiglia e Leon, a cento chilometri di Madrid, è il luogo di nascita di Teresa Sanchez de Cepeda Davila y Ahumada più conosciuta come Teresa d’Avila o di Gesù.

Questa straordinaria suora carmelitana, la prima donna ad essere proclamata il 27 settembre del 1970 da Paolo VI (1963-1978) ha voluto proclamare Teresa Dottore della Chiesa, per la profondità della sua esperienza mistica, per la sua capacità di comunicare la sua esperienza, per il suo contributo alla Riforma Cattolica e per l’attualità del suo messaggio.

Teresa era nata il 28 marzo del 1515, in una ricca famiglia, il padre Alfonso Sanchez è figlio di un ebreo convertito, resta orfana di madre a tredici anni. Fin da giovane mostrò una profonda devozione religiosa, influenzata soprattutto dalla lettura delle vite dei santi. A vent’anni, anche senza il consenso del padre entrò del monastero del Carmelo dell’Incarnazione di Avila formato da più di cento monache, all’inizio non era molto soddisfatta di questa vita, ed affrontò una profonda crisi spirituale, che la portò a dubitare della sua vocazione e a sperimentare gravi disturbi fisici.

Il 2 novembre del 1536 fu celebrata la solenne vestizione durante la quale Teresa assunse il tipico abito delle monache carmelitane, il 3 novembre del 1537, dopo l’anno di noviziato fece la professione pronunciando i voti monastici. Una svolta nella sua vita, che la trasformò completamente avvenne il 1555, ce lo dice direttamente: “I miei occhi caddero sopra una immagine che era posta lì, in attesa della solennità che doveva farsi in monastero. Raffigurava Nostro Signore coperto di piaghe. Appena la guardai mi sentii tutta commossa, perché rappresentava al vivo quanto Egli aveva sofferto per noi: fu così grande il dolore che provai al pensiero dell’ingratitudine con la quale rispondevo al suo amore, che mi parve il cuore mi si spezzasse. Mi gettai ai suoi piedi tutta in lacrime, e lo supplicai a darmi forza per non offenderlo più”.

Teresa ritornò a dedicarsi alla preghiera, spinta anche dalla lettura delle “Confessioni” di S. Agostino. Era nato in lei un forte desiderio di condividere con altre sorelle una maggiore autenticità della vita monastica e con l’aiuto e la guida del gesuita Francesco Borgia (1510-1572) e di Pietro di Alcantara (1499-1562) un religioso francescano, cominciò a fondare piccole comunità, ripristinando la primitiva regola dell’Ordine Carmelitano.

Ad Avila il 24 agosto 1562, Teresa dà il via alla fondazione di San Giuseppe, il primo monastero riformato, che porterà alla nascita dell’Ordine delle Carmelitane Scalze. Ella propone un modo di vivere la fede più intenso e personale, basato sulla preghiera contemplativa e sull’impegno attivo nella vita della Chiesa. Teresa inizia a girare la Spagna e durante uno dei suoi viaggi incontra Giovanni Mattia che diventerà con il nome di Giovanni della Croce (1542-1591) il primo carmelitano scalzo dell’Ordine riformato.

Teresa d’Avila è ricordata anche come scrittrice autore de il “Libro della vita”, (1562) una vera autobiografia spirituale che ha come tema il suo cammino di conversione; nel “Castello interiore”, scritto tra il 1577 e il 1579, attraverso l’immagine di un castello, si svolge l’itinerario spirituale dell’anima verso la perfezione cristiana. Inoltre in altre opere ci sono dei consigli partici per le consorelle e vengono spiegati i fondamenti della riforma carmelitana. Nell’“Esclamazioni dell’anima a Dio” troviamo una raccolta di preghiere che esprimono l’intenso rapporto tra Teresa e Dio. Teresa morì nel monastero di Alba de Tormes, vicino Salamanca, nella notte tra il 4 e il 15 ottobre 1582, proprio nella notte in cui ci fu un riallineamento di date tra il vecchio calendario giuliano e quello gregoriano, con sottrazione di dieci giorni. Teresa D’Avila, questa grande mistica, fu beatificata da Paolo V (1605-1621) il 24 aprile del 1614 e proclamata santa il 12 marzo 1622 dal pontefice Gregorio XV (1621-1623).

Gualtiero Sabatini: