Occorre contrastare “il pericolo terrorista del cosiddetto Stato islamico, a cui non va riconosciuta alcuna rivendicazione territoriale o carattere statale, e neanche la pretesa di presentarsi come vera rappresentanza dell’Islam”. Lo afferma il segretario per i rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, per il quale “la comunità internazionale può favorire anche il progresso politico del Paese, nel senso segnalato del coinvolgimento e dell’inclusione di tutti i gruppi nella vita politica, con il rafforzamento delle istituzioni proprie di uno Stato di diritto, che ha come punto di riferimento la dignità di ogni persona e come orizzonte il bene di tutti”.
La Santa Sede, sottolinea inoltre Gallagher nell’intervista a Vaticaninsider, è contraria all’ipotesi di uno smembramento dell’Iraq: “le cose non dovrebbero stare così e la strada da intraprendere è piuttosto quella di una maggiore collaborazione, includendo tutti i gruppi nella costruzione della società per il bene del Paese. Penso che sia desiderio anche delle autorità irachene che non crescano le tensioni tra curdi, sciiti e sunniti, ma che ci sia un maggiore coinvolgimento di tutti nella soluzione alle sfide che il Paese deve affrontare, soprattutto quelle causate dal cosiddetto Stato islamico”.
Secondo il presule inglese, “la formazione del governo di unità va in quella direzione, così come gli appelli del primo ministro e di altre autorità non solo civili, ma anche religiose. La comunità internazionale può sostenere il Paese in diversi modi, prima di tutto con l’assistenza umanitaria, soprattutto per soccorrere i milioni di sfollati e rifugiati, vittime del conflitto”.