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Santa Messa all’aeroporto Herrera di Medellin, il testo integrale dell’omelia

Di seguito riportiamo il testo integrale dell’omelia che Papa Francesco ha pronunciato nel corso della Santa Messa celebrata all’aeroporto “Enrique Olava Herrera” di Medellin.Ā 

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“Cari fratelli e sorelle!Ā Nella Messa di giovedƬ a BogotĆ” abbiamo ascoltato la chiamata di GesĆ¹ ai suoi primiĀ discepoli; questa parte del Vangelo di Luca che comincia con quel racconto, culmina nella chiamataĀ dei Dodici. Che cosa ricordano gli Evangelisti tra i due avvenimenti? Che questo cammino diĀ sequela ha richiesto nei primi seguaci di GesĆ¹ molto sforzo di purificazione. Alcuni precetti, divieti e comandi li facevano sentire sicuri; compiere determinati riti e pratiche li dispensavaĀ dallā€™inquietudine di chiedersi: Che cosa piace al nostro Dio? GesĆ¹, il Signore, indica loro cheĀ obbedire ĆØ camminare dietro a Lui, e che quel camminare li poneva davanti a lebbrosi, paralitici,Ā peccatori. Questa realtĆ  domandavano molto piĆ¹ che una ricetta, una norma stabilita. ImpararonoĀ che andare dietro a GesĆ¹ comporta altre prioritĆ , altre considerazioni per servire Dio. Per il Signore,Ā anche per la prima comunitĆ , ĆØ di somma importanza che quanti ci diciamo discepoli non ciĀ attacchiamo a un certo stile, a certe pratiche che ci avvicinano piĆ¹ al modo di essere di alcuni farisei
di allora che a quello di GesĆ¹. La libertĆ  di GesĆ¹ si contrappone alla mancanza di libertĆ  dei dottoriĀ della legge di quellā€™epoca, che erano paralizzati da unā€™interpretazione e da una pratica rigoristicaĀ della legge. GesĆ¹ non si ferma ad unā€™attuazione apparentemente ā€œcorrettaā€; Egli porta la legge alĀ suo compimento e perciĆ² vuole porci in quella direzione, in quello stile di sequela che supponeĀ andare allā€™essenziale, rinnovarsi e coinvolgersi. Sono tre atteggiamenti che dobbiamo plasmareĀ nella nostra vita di discepoli.

Il primo, andare allā€™essenziale. Non vuol dire ā€œrompere con tuttoā€ ciĆ² che non si adatta a
noi, perchĆ© nemmeno GesĆ¹ ĆØ venuto ā€œad abolire la Legge, ma a portarla al suo compimentoā€ (cfr MtĀ 5,17); ĆØ piuttosto andare in profonditĆ , a ciĆ² che conta e ha valore per la vita. GesĆ¹ insegna che laĀ relazione con Dio non puĆ² essere un freddo attaccamento a norme e leggi, nĆ© tantomeno unĀ compiere certi atti esteriori che non portano a un cambiamento reale di vita. Nemmeno il nostroĀ discepolato puĆ² essere motivato semplicemente da una consuetudine, perchĆ© abbiamo un certificatoĀ di battesimo, ma deve partire da unā€™esperienza viva di Dio e del suo amore. Il discepolato non ĆØĀ qualcosa di statico, ma un continuo movimento verso Cristo; non ĆØ semplicemente attaccarsi alla
spiegazione di una dottrina, ma lā€™esperienza della presenza amichevole, viva e operante del Signore,Ā un apprendistato permanente per mezzo dellā€™ascolto della sua Parola. E tale Parola, lo abbiamoĀ ascoltato, ci si impone nei bisogni concreti dei nostri fratelli: sarĆ  la fame dei piĆ¹ vicini nel testoĀ oggi proclamato (cfr Lc 6,1-5), o la malattia in ciĆ² che narra Luca in seguito.Ā La seconda parola, rinnovarsi. Come GesĆ¹ ā€œscuotevaā€ i dottori della legge perchĆ© uscisseroĀ dalla loro rigiditĆ , ora anche la Chiesa ĆØ ā€œscossaā€ dallo Spirito perchĆ© lasci le sue comoditĆ  e i suoiĀ attaccamenti. Il rinnovamento non deve farci paura. La Chiesa ĆØ sempre in rinnovamento ā€“ EcclesiaĀ semper reformanda ā€“. Non si rinnova a suo capriccio, ma lo fa fondata e ferma nella fede,Ā irremovibile nella speranza del Vangelo che ha ascoltato (cfr Col 1,23). Il rinnovamento richiedeĀ sacrificio e coraggio, non per sentirsi migliori o impeccabili, ma per rispondere meglio allaĀ chiamata del Signore. Il Signore del sabato, la ragion dā€™essere di tutti i nostri comandamenti eĀ precetti, ci invita a ponderare le norme quando ĆØ in gioco il seguire Lui; quando le sue piagheĀ aperte, il suo grido di fame e sete di giustizia ci interpellano e ci impongono risposte nuove. E inĀ Colombia ci sono tante situazioni che chiedono ai discepoli lo stile di vita di GesĆ¹, particolarmenteĀ lā€™amore tradotto in atti di nonviolenza, di riconciliazione e di pace.

La terza parola, coinvolgersi. Coinvolgersi, anche se per qualcuno questo puĆ² sembrareĀ sporcarsi, macchiarsi. Come Davide e i suoi che entrarono nel tempio perchĆ© avevano fame e iĀ discepoli di GesĆ¹ entrarono nel campo di grano e mangiarono le spighe, cosƬ oggi a noi ĆØ chiesto diĀ crescere in audacia, in un coraggio evangelico che scaturisce dal sapere che sono molti quelli cheĀ hanno fame, fame di Dio, fame di dignitĆ , perchĆ© sono stati spogliati. E, come cristiani, aiutarli aĀ saziarsi di Dio; non ostacolare o proibire loro questo incontro. Non possiamo essere cristiani cheĀ alzano continuamente il cartello ā€œproibito il passaggioā€, nĆ© considerare che questo spazio ĆØ miaĀ proprietĆ , impossessandomi di qualcosa che non ĆØ assolutamente mio. La Chiesa non ĆØ nostra, ĆØ diĀ Dio; Lui ĆØ il padrone del tempio e della messe; per tutti cā€™ĆØ posto, tutti sono invitati a trovare qui eĀ tra noi il loro nutrimento. Noi siamo semplici ā€œservitoriā€ (cfr Col 1,23) e non possiamo essere quelliĀ che ostacolano tale incontro. Al contrario, GesĆ¹ ci chiede, come fece coi suoi discepoli: Ā«Voi stessiĀ date loro da mangiareĀ» (Mt 14,16); questo ĆØ il nostro servizio. Lo ha capito bene Pietro Claver, cheĀ oggi celebriamo nella liturgia e che domani venererĆ² a Cartagena. Ā«Schiavo dei neri per sempreĀ» fuĀ il motto della sua vita, perchĆ© comprese, come discepolo di GesĆ¹, che non poteva rimanereĀ indifferente davanti alla sofferenza dei piĆ¹ abbandonati e oltraggiati del suo tempo e che dovevaĀ fare qualcosa per alleviarla.Ā Fratelli e sorelle, la Chiesa in Colombia ĆØ chiamata a impegnarsi con maggiore audacia nellaĀ formazione di discepoli missionari, come abbiamo indicato noi Vescovi riuniti ad AparecidaĀ nellā€™anno 2007. Discepoli che sappiano veder, giudicare e agire, come proponeva il documento
latinoamericano nato in queste terre (cfr MedellĆ­n, 1968). Discepoli missionari che sanno vedere, senza miopie ereditarie; che esaminano la realtĆ  secondo gli occhi e il cuore di GesĆ¹, e da lƬ laĀ giudicano. E che rischiano, agiscono, si impegnano.Ā Sono venuto fin qui proprio per confermarvi nella fede e nella speranza del Vangelo:Ā rimanete saldi e liberi in Cristo, cosƬ da rifletterlo in tutto quello che fate; abbracciate con tutte leĀ vostre forze la sequela di GesĆ¹, conoscetelo, lasciatevi chiamare e istruire da Lui, annunciatelo conĀ grande gioia”

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