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San Paolo e l’Inno alla Carità

Nella Prima lettera ai Corinzi, l'apostolo riporta un famoso inno. In qualche modo, una descrizione sull'essenza dell'essere cristiani

La Prima lettera ai Corinzi, scritta da san Paolo (4-67) e indirizzata alla comunità cristiana della città greca di Corinto e scritta ad Efeso, fu composta dopo l’anno 50. Al tredicesimo capitolo troviamo il famoso “Inno alla Carità”. È un vero messaggio d’amore non solo al popolo di Corinto, ma a tutta l’umanità, nel quale si esalta il profondo valore e importanza nella vita di ognuno della Carità. Per l’apostolo delle Genti, la Carità è fondamentale: egli confronta la carità con tutte le altre cose, che gli uomini di quel tempo apprezzavano molto di più.

La Carità di san Paolo

Si possono conoscere tutte le lingue del mondo, scrive Paolo, tutte le profezie e le scienze, provare a spostare con la fede le montagne, ma se non si possedesse la Carità tutto questo sarebbe inutile. Ecco perché nell’intero testo questa viene presentata come atteggiamento interiore, evidenziando le proprie caratteristiche: quali la pazienza, il fatto di non essere invidiosa, del non vantarsi, e tutto questo darà alla Carità un’essenza d’infinito, e S. Paolo in conclusione tra tutte le virtù teologali afferma che la Carità è la più grande, e che la fede e la speranza, non possono prescindere dalla Carità.

Il legame con la fede

La Carità di cui parla Paolo dovrebbe caratterizzare i rapporti umani, tra tutti gli uomini e specialmente tra i cristiani. Così essa non avrà mai fine. Verrebbe da domandarsi: vale più della fede? La fede è un legame tra l’anima dell’uomo e Dio, il cui fine è senza dubbio quello di rendere l’uomo stesso simile a Dio. Ma dobbiamo ricordare che Dio è Carità. Questo permette alla fede di compiervisi pienamente. Nell’approfondire questo stupendo testo, semplice nel suo insieme ma di profondo significato, comprendiamo quanto il nostro vivere sia lontano da questo stile di vita proposto dall’apostolo. Inneggiamo alla Carità, ma poi nel concreto e nella realtà di tutti i giorni, dimentichiamo la tolleranza, il perdono e soprattutto la misericordia.

L’umiltà

Infine vogliamo ricordare che la parola Carità deriva dal latino “caritas” che significa affetto, e dall’aggettivo “carus” , caro. Potremmo definire pertanto la Carità, come uno sguardo che va oltre, ogni cosa materiale che si nasconde nel cuore dell’uomo.

In definitiva ci sia concesso, dopo queste poche righe, accostare alla parola “Carità” il termine “umiltà”: entrambe possono veramente cambiare il nostro modo di vivere, in questa società che corre sempre più velocemente, portare ogni giorno nel cuore umiltà e Carità, ci aiuterà ad essere migliori, soprattutto verso il prossimo, qualunque egli sia.

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