San Nicola: da dove nasce l’usanza di lasciare doni ai bambini

San Nicola, foto di @Vatican News

Quando si parla di S. Nicola (270-343) lo si immagina anche come protettore dei bambini; infatti, una leggenda lo vede protagonista di un miracolo: resuscitò tre bambini che erano stati uccisi e messi sotto sale da un macellaio.

Una notte tre ragazzi chiedono ospitalità in una locanda; l’oste e sua moglie li accolgono volentieri perché hanno finito la carne in dispensa, poi li fanno a pezzi con l’accetta e li mettono in salamoia. Finito il massacro, San Nicola bussa alla porta e chiede un piatto di carne. Al rifiuto dell’oste si fa portare in dispensa, dove estrae dalla salamoia i tre giovani, vivi e vegeti. Da qui nasce l’usanza di lasciare piccoli doni ai bambini la notte tra il 5 e il 6 dicembre, l’equivalente di Santa Claus, in alcuni paesi del nord Europa gli stessi bambini in cambio dei doni ricevuti, lasciano a S. Nicola da bere e da mangiare.

Sono tante le storie attribuite a S. Nicola, alcune vennero diffuse nel XI –XII secolo, ricordiamo quella del santo che dona tre sfere d’oro come dote, per far sposare tre fanciulle povere, mentre un’altra leggenda vede sempre il santo che offre tre mele a tre ragazzi poveri, e le stesse mele la mattina seguente si trasformano in preziosi frutti d’oro. Nei Paesi Bassi, San Nicola è conosciuto come Sinterklaas e viene celebrato il 5 dicembre. La sua figura, con la collaborazione di un aiutante chiamato Zwarte Piet (Pietro Nero), porta doni ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi.

Quando i coloni olandesi si stabilirono in America, portarono con sé la tradizione di Sinterklaas. Con il passare del tempo, la figura si è evoluta, dando origine a Santa Claus, il Babbo Natale che conosciamo oggi. La colonizzazione olandese delle Americhe iniziò nel 1614 con la fondazione di Fort Nassau, sull’attuale territorio dello stato di New York.

Tuttavia, per parlare di un vero e proprio insediamento stabile, dobbiamo spostarci al 1624. Fu in quell’anno, infatti, che un gruppo più consistente di coloni olandesi arrivò in Nuova Olanda, sbarcando a Governors Island e fondando successivamente Nuova Amsterdam, l’odierna New York.

Nel 1822 Clement Clarke Moore (1779-1863) insegnante di lingue e letterature straniere e studioso di teologia newyorkese, grazie ad una poesia dal titolo “A Visit from St.Nicholas” (“Una visita di S. Nicola”), in cui San Nicola è rappresentato come un uomo paffuto vestito con un abito rosso con bordi bianchi che distribuiva regali ai bambini e lo stesso “San Nicolaus” diventò il Babbo Natale che tutti conosciamo. Lo scopo dell’autore era quello – così vuole la leggenda – di allietare i suoi sei bambini la sera della Vigilia di Natale con un racconto su San Nicola/Santa Claus dopo una gita in slitta.

Alcuni studiosi, sostengono che il vero autore di questa poesia sia stato il poeta Henry Livingston Jr. (1748-1828), un poeta statunitense di origine olandese, che avrebbe scritto i versi tra il 1804 e il 1805. Concludiamo queste brevi notizie con una preghiera rivolta al Santo: “O buon San Nicola, tu che sei la gioia dei bambini, metti nel mio cuore lo spirito dell’infanzia di cui parla il Vangelo e insegnami a seminare felicità intorno a me. Tu cui la festa ci prepara al Natale, apri la mia fede al mistero di Dio fatto Uomo”.

Gualtiero Sabatini: