San Lorenzo da Brindisi, il “Dottore apostolico”

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Nell’Udienza generale del 23 marzo 2011, Benedetto XVI ricordando la figura di San Lorenzo da Brindisi disse tra l’altro che “meritò il titolo di Doctor apostolicus, “Dottore apostolico”, da parte del Beato Papa Giovanni XXIII nel 1959, in occasione del quarto centenario della sua nascita. Tale riconoscimento fu accordato a Lorenzo da Brindisi anche perché egli fu autore di numerose opere di esegesi biblica, di teologia e di scritti destinati alla predicazione. In esse egli offre una presentazione organica della storia della salvezza, incentrata sul mistero dell’Incarnazione, la più grande manifestazione dell’amore divino per gli uomini. Inoltre, essendo un mariologo di grande valore, autore di una raccolta di sermoni sulla Madonna intitolata ‘Mariale’, egli mette in evidenza il ruolo unico della Vergine Maria, di cui afferma con chiarezza l’Immacolata Concezione e la cooperazione all’opera della redenzione compiuta da Cristo…”.

Lorenzo da Brindisi nacque nella città pugliese nel 1559, il vero nome era Giulio Cesare Russo, ben presto rimase orfano di padre e tra il 1565 e il 1567 prese l’abito dei frati conventuali, ancora quattordicenne si trasferì a Venezia, dove risiedeva uno zio sacerdote, e in quel periodo maturò la vocazione di entrare nell’Ordine dei frati minori cappuccini.

Studiò filosofia, logica, teologia mostrando un grande talento nelle lingue e una grande conoscenza delle Sacre Scritture che apprese in ebraico, greco e latino.

Il 18 dicembre del 1582 venne ordinato sacerdote dalle mani del patriarca di Venezia Giovanni Trevisan (1560-1590).

In poco tempo ricoprì all’interno dell’Ordine, ruoli importanti, dovuti anche alla sua vasta cultura e come predicatore, come vicario generale in Toscana e in Svizzera e fu mandato in missione in Germania, mentre nel 1601 fu uno dei quattro cappellani dedite all’assistenza spirituale dei soldati cattolici che stavano combattendo contro i Turchi.

Successivamente fu eletto vicario generale dell’Ordine, con l’impegno di visitare tutte le provincie in cui risiedevano i frati cappuccini.

«La grazia è un dono che rende l’uomo simile a Dio, come la luce rende la luna simile al sole. Ed è una grande e meravigliosa cosa la somiglianza divina, che l’uomo sia simile a Dio. Dio solo, infatti, è l’essere di maestà, autorità, potenza, sapienza, bontà, clemenza e liberalità infinita. E nel mondo non v’è niente che l’uomo desideri più di questa divina somiglianza».

Questo è uno dei tanti pensieri che Lorenzo da Brindisi ha lasciato nelle sue opere che erano finalizzate essenzialmente alla predicazione, affrontando temi ed argomenti di ogni genere dai quaresimali, ai discorsi sulla vita dei santi e soprattutto nel “Mariale” un vero trattato di mariologia viene presentata la figura della Vergine e il suo ruolo nella storia della salvezza, senza dimenticare delle riflessioni  sulla Salve Regina, sul Magnificat e sull’ Ave Maria.

Nel 1613 mentre tornava a Brindisi, la sua terra d’origine, si riammalò di gotta, e fu a costretto a fermarsi a Napoli, ma i napoletani approfittarono della sua presenza in città per eleggerlo loro ambasciatore presso Filippo III (1598-1621)  re di Spagna e Portogallo, con il compito di protestare contro il mal governo del viceré spagnolo.

Lorenzo, superando con abilità le insidie che gli poneva il duca di Osuna, Pedro Tellez Giron (1616-1620) colpevole dei guai patiti dai napoletani, riuscì a partire dal piccolo porto di Torre del Greco. In breve, raggiunse Genova, dove si imbarcò, con immane coraggio, per Lisbona, ma la sua salute peggiorò in modo irreversibile, e il 22 luglio 1619, all’età di 60 anni morì.

Lorenzo da Brindisi venne beatificato da Pio VI (1775-1799) il 1° giugno del 1783 e proclamato santo da Leone XIII (1878-1903) l’8 dicembre del 1881.

Le spoglie di questo umile e semplice frate cappuccino si trovano nel monastero dell’Annunciazione nel comune spagnolo di Villafranca del Bierzo, nella provincia di Leon.