Su Giovanni Paolo II, s’è molto scritto e parlato, del suo lungo pontificato restano encicliche, documenti, atti e libri in genere, che dimostrano, anche con le immagini dei suoi viaggi, la sua grande fede e il suo credere nell’uomo. Molti ricorderanno l’immensa folla di uomini e donne, e di intere famiglie, un’interminabile fila umana, proveniente da ogni parte del mondo, che ha reso il doveroso omaggio al Papa, nei giorni che hanno preceduto la celebrazione del funerale avvenuto la mattina dell’8 aprile 2005. Abbiamo ancora nelle nostre orecchie, tornando indietro nel tempo, la sua voce, quel suo accento “straniero”, e quell’immensa, potremmo dire infinita voglia di comunicare che lo ha sempre caratterizzato nel corso della sua vita.
Quel lunedì 16 ottobre del 1978, appena eletto al soglio di Pietro, si presentò dicendo: “Lo hanno chiamato di un paese lontano”. Ma la Polonia, anche se la distanza dall’Italia, geograficamente può sembrare tale, non lo era per quello che riguardava la fede e il credere. Ne sono testimonianza vera e reale, nel corso della storia, i tanti martiri e santi polacchi, che con il loro esempio hanno lasciato tracce del loro passaggio terreno. Per tutti valga, quanto fatto, con il sacrificio della propria vita, dal sacerdote Massimiliano Maria Kolbe (1894-1941) nel campo di concentramento di Auschwitz il 14 agosto del 1941.
Giovanni Paolo II, è stato un vero pellegrino di pace, nel corso dei suoi numerosi viaggi nel mondo, incontrando uomini e donne di ogni credo e tradizioni culturali, ha voluto ribadire sempre con forza, quanto sia importante per l’umanità, condividere i veri valori, a cominciare proprio dalla pace e dal rispetto per ogni singolo individuo. Tracciare un quadro riassuntivo del pensiero e soprattutto della figura spirituale dell’uomo Karol Wojtyla, non è facile.
Egli nelle sue encicliche ha affrontato tutti i temi e gli argomenti che fanno parte del vivere quotidiano, nello scrivere ha suggerito e ha dettato regole di comportamento da seguire, con l’intento di andare sempre verso l’uomo cercando di capire e di condividere i tanti problemi e le difficoltà che ne caratterizzano, a volte ostacolandolo, il naturale e libero cammino.
Rileggendo e sfogliando le pagine delle Encicliche: “Dives in misericordia” (Dio ricco di misericordia) è una delle opere più importanti di Papa Giovanni Paolo II, pubblicata il 30 novembre 1980, troviamo il tema della misericordia divina, un concetto centrale nella teologia cristiana e nella vita della Chiesa. E cosa dire della “Redemptoris Mater” (Madre del Redentore) del 25 marzo 1987. Dedicata interamente alla figura della Beata Vergine Maria, questo documento rappresenta un approfondimento teologico e spirituale sulla maternità divina di Maria e sul suo ruolo fondamentale nella storia della salvezza. Nell’ “Evangelium Vitae” (Vangelo della Vita) resa nota il 25 marzo 1995, il Papa affronta il tema della sacralità della vita umana in tutte le sue fasi, dalla concezione al momento naturale della morte.
Non possiamo dimenticare il dibattito e le tante discussioni scaturite da parte di studiosi, su quanto scritto e affermato nella “Fides et ratio” del 1998, per tutti valgono le parole iniziati del documento: “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. E’ Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo, il desiderio di conoscere la verità”. Karol Woytjla non si è mai stancato di riproporre all’umanità quel Gesù di Nazareth, che come si legge nei Vangeli è l’unico che “sa quel che c’è nel cuore dell’uomo”.
Per quanto riguarda la preghiera Giovanni Paolo II, il suo pensiero era rivolto a tutti e a ciascuno. “Dobbiamo pregare prima di tutto, perché siamo credenti. La preghiera è infatti il riconoscimento del nostro limite e della nostra dipendenza, comprendiamo di essere creature limitate e tuttavia sublimi, che devono la loro esistenza all’infinita Maestà del Creatore!”.
Sicuramente nel cuore di tutti resterà il suo primo saluto, affacciandosi alla Loggia delle Benedizioni, della Basilica Vaticana, davanti a migliaia di fedeli e pellegrini quel “Sia lodato Gesù Cristo”, che diciamo la verità si sentiva raramente. Papa Francesco ha voluto iscrivere, il papa polacco nel libro dei santi il 27 aprile del 2014, fissandone la festa al 22 ottobre, giorno di inizio del suo pontificato, durato ben 27 anni.