Sahel: allarme Onu per il traffico di droga

I maggiori sequestri di cocaina sono stati effettuati in Senegal e in Mauritania

Mali
Un villaggio nel Sahel (© MAMADOU TRAORE da Pixabay)

Nel Sahel il traffico di droga, oltre a finanziare i gruppi armati presenti nella regione, aggrava il problema della corruzione, con poliziotti, doganieri e politici a libro paga dei narcos, mentre una parte dei proventi del narcotraffico sono reinvestiti nei mercati locali, compromettendo lo sviluppo di un’economia sana. Il traffico di droga nei Paesi del Sahel compromette la salute pubblica e alimenta l’instabilità regionale. Secondo l’ultimo rapporto dell’Unodc (Ufficio Onu sulla droga e la criminalità), “il traffico di droga è ben radicato nella regione del Sahel, con conseguenze dannose sia a livello locale che globale. Il coinvolgimento di vari gruppi armati nel narcotraffico continua a minare la pace e la stabilità nella regione”. La resina di cannabis, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, rimane la sostanza più comunemente sequestrata nei Paesi del Sahel, seguita dalla cocaina e dagli oppioidi farmaceutici. Da segnalare però che i sequestri di cocaina sono balzati da una media di 13 kg nel periodo 2015-2020, a ben 1.466 kg nel solo 2022 tra Mali, Ciad, Burkina Faso e Niger. A giugno 2023 nella sola Mauritania erano stati sequestrate 2,3 tonnellate di cocaina. Nell’aprile 2024 le autorità del Senegal hanno annunciato di aver sequestrato ben 1.137 kg di cocaina, un sequestro record, dal valore di 146 milioni di dollari. Il carico era nascosto in un camion fermato al confine con il Mali. Nel 2022 le autorità di Dakar avevano sequestrato 300 kg di cocaina in un camion sempre al confine con il Mali. Il carico più grande sequestrato risale al novembre 2023, quando la marina senegalese ha confiscato quasi tre tonnellate di cocaina in una nave al largo delle coste del Senegal.

Sahel
Foto di Colin Davis su Unsplash

Narco-Sahel

Il fatto che i maggiori sequestri di cocaina siano stati effettuati in Senegal e in Mauritania indica che è ancora molto attiva la tradizionale rotta usata dai narcos che parte dal Sud America e giunge in Guinea Bissau, Mauritania e Senegal. Da qui la cocaina viene poi spedita via terra passando per Mali e Niger e poi verso i Paesi nordafricani come Algeria, Libia e Marocco. La cocaina viene infine trasportata attraverso il Mediterraneo verso l’Europa, principale mercato dello stupefacente insieme a quello nordamericano.
I Paesi africani però non sono solo più Paesi di transito ma pure mercati emergenti per le sostanze stupefacenti. Alla tradizionale cannabis, si sono aggiunti cocaina, oppiaci naturali e sintetici, metanfetamine e altro ancora. Questo anche perché i trafficanti africani minori sono pagati con la cessione di quantitativi di droga che poi rivendono sul mercato locale. I consumatori dell’Africa occidentale hanno ora a disposizione nuove sostanze sintetiche a basso costo. Come il kush (una mistura a base di marijuana, tentanyl e tramadolo), che ha creato un’emergenza sanitaria e sociale in Sierra Leone e Guinea Conakry.