Nel Sahel le spese militari stanno indebolendo la capacità dei responsabili politici di effettuare investimenti pubblici. In infrastrutture vitali per lo sviluppo economico. Miglioramento così le condizioni di vita delle loro popolazioni. Ciò genera malcontento e frustrazione. Specie tra i giovani. Alcuni dei quali vanno ad alimentare i gruppi di guerriglia che operano nella regione.
Sos Sahel
Sono in rialzo le spese militari in Sahel. E nel resto dell’Africa. Sos dell’agenzia missionaria vaticana Fides. Secondo l’ultimo rapporto del SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute) nel 2020 le spese per gli armamenti in Africa hanno superato i 43 miliardi di dollari. 5,1 per cento in più rispetto al 2019. E 11 per cento in più rispetto al 2011. Le spese per la difesa hanno rappresentato una media dell’8,2% della spesa pubblica in tutta l’Africa nel 2020. La quota è considerevolmente più alta nei Paesi colpiti da conflitti. Come il Mali (18%) e il Burkina Faso (12%).
Golpe
La fragilità delle istituzioni dei Paesi del Sahel è testimoniata anche da golpe militari. Come quello in Mali dell’agosto 2020. Per costringere i golpisti a restaurare il potere civile, è intervenuta la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale. La CEDEAO/ECOWAS ha convocato un vertice straordinario ad Accra, capitale del Ghana. E ha deciso il blocco dei confini terrestri e aerei tra i propri membri e il Mali. Paese senza sbocco sul mare. Questo dopo che i leader golpisti avevano rinunciato alla promessa di tenere elezioni a febbraio.