L’ecumenismo come via per la pacificazione. Padre Petros Esajan è proto-archimandrita. E Vicario dell’arcivescovo della Chiesa cattolica armena in Russia. Il suo modello per il dialogo e la carità è rappresentato da Sant’Antonio da Padova. All’agenzia missionaria vaticana “Fides” spiega: “Quando predicava, Sant’Antonio voleva condividere con gli altri la sua fede in Cristo non con il ferro e il fuoco .Ma con la pace e il bene. Non permettiamo che l’odio vinca nel nostro cuore. E ci faccia vivere secondo le sue logiche. Possiamo essere condizionati da sentimenti e desideri negativi. Ma è importante vincerli con il bene. In questo modo glorificheremo Cristo con la nostra vita. Ciascuno secondo la sua vocazione”.
Esempio per la Russia
Oltre al richiamo alla mitezza e alla pace, Padre Petros Esajan evidenzia due aspetti della figura del santo. “A Sant’Antonio – spiega– era sembrato di seguire il volere di Dio se fosse partito per la Terra Santa. E se fosse morto lì martire. Ma quella non era la volontà di Dio. Era un orgoglio incosciente. Attraverso la strada dell’umiltà, Dio lo ha preparato ad una vita ricca dei Suoi doni. Tutti siamo chiamati a conservare la fede in Gesù. E a vivere secondo il Vangelo. Testimoniando Cristo nel mondo contemporaneo”. E aggiunge: “Quando Papa Pio XII nel 1946 lo ha proclamato dottore della Chiesa, gli ha dato il titolo di ‘Doctor Evangelicus’. Perché testimoniava in modo particolarmente chiaro con la sua vita quello che predicava. Mentre meditava il Vangelo nella sua cella lo vedevano parlare con Gesù Bambino. Tenendolo tra le mani. Dialogava con il Bambino, segno che aveva intrapreso la strada dell’umiltà. E aveva conosciuto Cristo nel Vangelo. Questo tipo di conoscenza di Gesù possiamo apprenderla da lui. Il vero Dio possiamo conoscerlo attraverso il Vangelo e il Magistero della Chiesa. Cristo ci rivela chi è veramente Dio. Non dipende dai sentimenti o dalle emozioni. Ma dalla verità mostrataci da Gesù con la Sua vita e le Sue parole”.