Un utile di 31,9 milioni di euro e un ulteriore taglio dei costi. Sono le voci salienti del bilancio 2017 dello Ior approvato all'unanimità lo scorso 24 aprile dal Consiglio di Sovrintendenza che ha proposto alla Commissione Cardinalizia la distribuzione integrale degli utili realizzati alla Santa Sede.
“Nel 2017 – si legge in un comunicato – lo Ior ha continuato, con prudenza, a fornire servizi finanziari alla Chiesa Cattolica dislocata in tutto il mondo e allo Stato della Città del Vaticano. L'Istituto ha servito circa 15.000 clienti rappresentativi di circa euro 5,3 miliardi di risorse finanziarie (euro 5,7 miliardi nel 2016), di cui circa 3,5 miliardi relativi a risparmio gestito e in custodia. Il risultato netto è stato pari a euro 31,9 milioni (il risultato netto del 2016 pari a 36,0 milioni includeva euro 13,0 milioni di voci straordinarie relative al rilascio di fondi accantonati). Il contributo maggiore al risultato netto, pari a euro 44,3 milioni, è derivato dalla gestione degli attivi dell’Istituto. La politica d’investimento dello IOR è rimasta prudente ed è stata in linea con le strategie degli anni precedenti.
L’Istituto – prosegue la nota – ha continuato il processo di ottimizzazione dei costi, iniziato negli anni precedenti, riducendoli a euro 18,7 milioni (19,1 milioni nel 2016). Al 31 dicembre 2017, il patrimonio dell’Istituto al netto della distribuzione degli utili è pari a 627,2 milioni, corrispondente ad un CET1 ratio del 68,26%, (64,53% nel 2016), che evidenzia l’elevata solvibilità dell’Istituto ed il profilo di basso rischio”.
In aggiunta al raggiungimento degli obiettivi finanziari, l’Istituto ha conseguito anche altri obiettivi di carattere qualitativo tra cui i più importanti hanno riguardato gli “investimenti coerenti con l’Etica Cattolica“. In particolare lo Ior “ha espresso il proprio impegno a contribuire alla 'cura della casa comune', invocata da Papa Francesco nella Lettera Enciclica Laudato si’ , selezionando i propri investimenti anche sulla base di due aspetti fondamentali richiamati nella stessa dal Santo Padre”. Ovvero da una parte “la responsabilità sociale delle imprese” e dall'altra “il ruolo delle imprese nella realizzazione di un futuro sostenibile. Nel 2017, l’Istituto ha quindi continuato ad escludere investimenti in imprese che violano o non rispettano in pieno i principi globalmente riconosciuti in materia di diritti umani, standard lavorativi, lotta alla corruzione e lotta alla criminalità ambientale, pronto a disinvestire qualora il rispetto di tali principi da parte delle imprese scelte venisse meno. Parimenti, ha continuato a realizzare investimenti tesi anche a favorire lo sviluppo dei paesi più poveri, nel rispetto di scelte coerenti con la realizzazione di un futuro sostenibile per le generazioni future”.
Quanto alle attività benefiche, l’Istituto nel 2017 “ha contribuito alla realizzazione di numerose attività di tipo benefico e sociale, sia attraverso donazioni di carattere finanziario, sia tramite concessioni di immobili di sua proprietà, in locazione a canone agevolato o comodato d’uso gratuito a enti con finalità sociale”.