Francesco ha accettato oggi le dimissioni di mons. Robert W. Finn dal governo pastorale della diocesi di Kansas City-Saint Joseph. Si tratta del primo presule americano ad essere stato condannato per il reato di omessa segnalazione alle autorità di un sacerdote sospettato di aver commesso abusi sessuali su minori. In particolare sul pc del presbitero sarebbero stati trovate immagini a carattere pedopornografico. La rimozione da parte del Papa è arrivata dopo l’apertura di un’inchiesta anche da parte del Vaticano.
La rinuncia di mons. Finn è state accettata da Bergoglio in conformità al canone 401 comma 2 del Codice di Diritto Canonico, cioè per “grave causa”. Il vescovo, 62 anni, nel settembre 2012 era stato condannato a due anni di libertà vigilata per non aver segnalato sospetti abusi su minori in relazione al caso di pornografia infantile con al centro padre Shawn Rattigan. La diocesi, nel 2010, aveva infatti aspettato cinque mesi prima di informare la polizia che immagini inappropriate di bambini in una scuola della diocesi erano state trovate nel computer di padre Rattigan. I
In quel periodo, inoltre, la diocesi non ha informato la comunità diocesana di questa scoperta e padre Rattigan avrebbe avuto modo di acquisire ancora più immagini porno di bambini che conosceva attraverso i contatti ecclesiastici. Il sacerdote, arrestato una settimana dopo le ammissioni della diocesi, successivamente è stato punito con 50 anni di carcere. Nel maggio 2011, mons. Finn si era scusato per non aver agito in modo più tempestivo. Nel settembre 2014, infine, il Vaticano ha aperto un’inchiesta sul comportamento di Finn come vescovo: a indagare su richiesta di papa Francesco è stato l’arcivescovo di Ottawa, Terrence Prendergast.
Un’indagine che, comunque, associazioni di vittime come la Snap hanno definito “tardiva”. Anche il cardinale di Boston Sean O’Malley, capo della Commissione voluta da papa Francesco per la protezione dei minori, ha fatto affermazioni molto critiche sulle azioni di mons. Finn nel caso di abusi su minori e, in un’intervista al tg “60 minutes” ha detto che la condanna subita dal vescovo per non aver segnalato la vicenda lo squalificava dall’insegnamento nella scuola domenicale nella diocesi di Boston. “E’ una questione che la Santa Sede deve affrontare con urgenza”, aveva detto il porporato.