Nella diversità e nella specificità di ogni vocazione, personale ed ecclesiale, si tratta di ascoltare, discernere e vivere questa Parola che ci chiama dall'alto e che, mentre ci permette di far fruttare i nostri talenti, ci rende anche strumenti di salvezza nel mondo e ci orienta alla pienezza della felicità”. Attorno a questi tre aspetti, ascolto, discernimento e vita, ruota il Messaggio di Papa Francesco per la 55ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che si celebrerà Il 22 aprile del 2018, IV Domenica di Pasqua. Una data scelta non a caso: la IV Domenica del Tempo Pasquale, infatti, la Chiesa celebra la figurà di Gesù come “Buon Pastore”.
Ascoltare
Sul tema dell'”ascoltare”, il Papa ricorda come “quest'attitudine oggi diventa sempre più difficile, immersi come siamo in una società rumorosa, nella frenesia dell'abbondanza di stimoli e di informazioni che affollano le nostre giornate”. “Al chiasso esteriore, che talvolta domina le nostre città e i nostri quartieri – spiega -, corrisponde spesso una dispersione e confusione interiore, che non ci permette di fermarci, di assaporare il gusto della contemplazione, di riflettere con serenità sugli eventi della nostra vita e di operare, fiduciosi nel premuroso disegno di Dio per noi, di operare un fecondo discernimento”.
Discernimento
Secondo Bergoglio, “ognuno di noi può scoprire la propria vocazione solo attraverso il discernimento spirituale, un 'processo con cui la persona arriva a compiere, in dialogo con il Signore e in ascolto della voce dello Spirito, le scelte fondamentali, a partire da quella sullo stato di vita'”. Cita svariate volte il documento preparatorio del Sinodo dei Vescovi che si riunirà nel 2018 su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. E aggiunge: “Anche oggi abbiamo tanto bisogno del discernimento e della profezia; di superare le tentazioni dell'ideologia e del fatalismo e di scoprire, nella relazione con il Signore, i luoghi, gli strumenti e le situazioni attraverso cui Egli ci chiama”. “Ogni cristiano dovrebbe poter sviluppare la capacità di 'leggere dentro' la vita e di cogliere dove e a che cosa il Signore lo sta chiamando per essere continuatore della sua missione”.
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Vivere
E a proposito del “vivere”, il Papa rimarca che “la gioia del Vangelo, che ci apre all'incontro con Dio e con i fratelli, non può attendere le nostre lentezze e pigrizie; non ci tocca se restiamo affacciati alla finestra, con la scusa di aspettare sempre un tempo propizio; né si compie per noi se non ci assumiamo oggi stesso il rischio di una scelta. La vocazione è oggi! La missione cristiana è per il presente! E ciascuno di noi è chiamato – alla vita laicale nel matrimonio, a quella sacerdotale nel ministero ordinato, o a quella di speciale consacrazione – per diventare testimone del Signore, qui e ora”. “Non dobbiamo aspettare di essere perfetti per rispondere il nostro generoso 'eccomi' – conclude il Pontefice -, né spaventarci dei nostri limiti e dei nostri peccati, ma accogliere con cuore aperto la voce del Signore”.