Nei giorni scorsi il suono delle campane ha fenduto l'aria della città di Bassora, sancendo la riapertura della Chiesa della Vergine Maria nella città irachena, dopo decenni di chiusura. Il luogo di culto “ha riaperto solo come santuario per permettere ai fedeli di pregare la Vergine Maria” ha dichiarato ad Asia News mons. Alnaufali Habib Jajou, arcivescovo caldeo di Bassora, che ha aggiunto: “Questo è un segno di speranza per la popolazione locale”.
Un fulgore offuscato dalla guerra
Eretto per diventare la cattedrale della città, il santuario, dedicato alla Vergine Maria, è stato progettato in stile gotico, in auge nei primi del Novecento, da parte di architetti italiani. La costruzione risale al 1907 e la sua inaugurazione si data al 1930. Come ricorda mons. Habib Jajou, dal 1945 al 1971 l'edificio sacro divenne anche sede del vescovado locale. Secondo i dati emersi dai registro, nel santuario sono stati battezzati un totale di 3877 bambini. L'acuirsi del conflitto nel Paese e la susseguente guerra tra Iraq e Iran negli anni Ottanta, portarono alla chiusura del tempio nel 1981, in seguito riconvertito in un campo profughi per famiglie indigenti.
Punto di riferimento
Le suore, che negli anni hanno gestito la scuola di Al- Fayhaa, costruita nell’aria adiacente la cattedrale, sono la testimonianza che il luogo ha da sempre avuto un ruolo centrale nella formazione sociale e spirituale della città. Questo è tra i motivi ravvisabili nel sostegno finanziario ai restaturi della Banca centrale irakena, grazie a cui il luogo sacro ha riaperto le porte da giugno scorso. Per i cristiani locali, si tratta di un modo per riportare alla memoria i numerosi ricordi che custodisce al suo interno. La visita del Pontefice, prevista per il prossimo anno, sarà per la comunità un'occasione di riscoperta delle proprie radici cristiane.