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Religiosi sequestrati dalle forze dell'ordine

E'rimasto inascoltato l'appello di Papa Francesco per il Congo; ancora violenze contro i cristiani. In diverse località del Paese africano, almeno dieci preti e due suore sono stati sequestrati dalla forze dell’ordine negli scontri avvenuti nella giornata di domenica 21 gennaio. Un'azione che lo Stato ha messo in atto contro la nuova iniziativa di protesta promossa dai laici cattolici per esercitare pressioni sul presidente Joseph Kabila affinché rispetti gli Accordi di San Silvestro del 31 dicembre 2016 e, soprattutto, per ottenere da lui il solenne impegno a non ricandidarsi alle elezioni del 23 dicembre 2018.

La denuncia di Acaj

“Siamo a conoscenza di dieci preti arrestati, tra cui don Dieudonné Mukinayi, della parrocchia di Saint Christophe de Binza Ozone. È stato sequestrato in una residenza di un membro del governo, insieme ad otto parrocchiani”. E' la denunciata fatta da Georges Kapiamba, Presidente dell’Association Congolaise pour l’Accès à la Justice (Acaj), secondo il quale anche due religiose sono scomparse. “I preti arrestati potrebbero essere addirittura 12 oltre alle due suore – hanno dichiarato all’Agenzia Fides fonti della Chiesa congolese – A differenza del 31 dicembre, questa volta le proteste hanno interessato numerose città in tutta la nazione”.

Repressioni e violenza

Secondo quanto riportato da Fides, “Dalla capitale, Kinshasa, da dove è stato lanciato, l’appello a manifestare è stato accolto in tutti i comuni. A Goma (capoluogo del Nord Kivu), dove il 31 dicembre lo stesso appello non era stato rilanciato a livello locale, questa volta invece si è svolta una manifestazione dopo la messa nella cattedrale. Manifestazione repressa dalla polizia. Nel capoluogo del Sud Kivu, Bukavu, la polizia ha soffocato sul nascere la protesta impedendo alla gente di radunarsi. A Mbuji-Mayi, capoluogo del Kasai Orientale, fin dalla prima mattina le chiese erano circondate dai militari. Una situazione talmente tesa che il Vescovo locale ha dovuto pubblicare un comunicato per chiedere ai sacerdoti di avere coraggio e di svolgere le funzioni religiose. Ma proprio nella cattedrale di Mbuji-Mayi i militari hanno interrotto la messa, impedendo la consacrazione dell’Eucaristia”. Stanto al report presentato dalla Missione Onu nella Repubblica Demicratica del Congo, il bilancio provvisorio della repressione è di 6 morti, 57 feriti e più di 100 persone arrestate.

Il rapimento a Butembo

All'indomani della manifestazione repressa con la violenza, un prete, un meccanico, due agronomi e due allevatori della diocesi di Butembo-Beni, sono stati rapiti nella tarda serata. Come riporta il Sir, a darne l'annuncio è stata la stessa diocesi, via Messenger e Whatsapp. Il sacerdote si chiama Robert Masinda ed è della parrocchia di Bingo, ad una dozzina di chilometri dalla città di Beni. Sono stati rapiti all’uscita dalla fattoria dove lavorano e costretti ad abbandonare la loro automobile. “Conosco benissimo padre Robert – ha affermato padre Eliseo Tacchella, missionario comboniano a Butembo -, è  responsabile di un centro agricolo diocesano di autosostentamento, gemellato con la diocesi di Noto”. I rapiti sono tutti congolesi.

L'appello del Papa

Il rapimento è avvenuto all'indomani dell'appello lanciato da Papa Francesco al termine della preghiera dell'Angelus recitata nella Plaza Mayor di Lima: “Notizie preoccupanti giungono dalla Repubblica Democratica del Congo. Chiedo ai responsabili tutti che pongano il massimo sforzo a fermare ogni forma di violenza e per trovare una soluzione improntata al dialogo“.

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