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Regina Coeli, Papa: “Le nostre paure sono come le tombe, ci seppelliscono dentro”

Alle ore 12 di oggi, Lunedì dell’Angelo, il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Coeli con i fedeli ed i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana.

Il Regina Coeli o Regina Caeli (in italiano: Regina del Cielo o Regina del Paradiso) è la preghiera cattolica in onore della beata Vergine Maria con cui i fedeli chiedono alla madre del Risorto di intercedere per loro presso Dio.

Le parole del Papa prima del Regina Coeli

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! I giorni nell’Ottava di Pasqua sono come un unico giorno in cui si prolunga la gioia della Risurrezione. Così il Vangelo della Liturgia odierna continua a raccontarci del Risorto, della sua apparizione alle donne che si erano recate al sepolcro. Gesù va loro incontro e le saluta; poi dice loro due cose, che farà bene anche a noi accogliere, come dono pasquale.

Per prima cosa le rassicura con due semplici parole: «Non temete». Il Signore sa che i timori sono i nostri nemici quotidiani. Sa pure che le nostre paure nascono dalla grande paura, la paura della morte: paura di svanire, di perdere le persone care, di star male, di non farcela più… Ma a Pasqua Gesù ha vinto la morte. Nessun altro, dunque, può dirci in modo più convincente: “Non temete”.

Il Signore lo dice proprio lì, accanto al sepolcro da cui è uscito vittorioso. Ci invita così a uscire dalle tombe delle nostre paure. Egli sa che il timore sta sempre accovacciato alla porta del nostro cuore e che abbiamo bisogno di sentirci ripetere non temere: al mattino di Pasqua come al mattino di ogni giorno. Fratello, sorella che credi in Cristo, non temere! “Io – ti dice Gesù – ho provato per te la morte, ho preso su di me il tuo male. Ora sono risorto per dirti: Sono qui, con te,
per sempre. Non temere!”.

Ma come fare, concretamente, a combattere la paura? Ci aiuta la seconda cosa che Gesù dice alle donne: «Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Andate ad annunciare. La paura ci chiude sempre in noi stessi; Gesù, invece, ci fa uscire e ci manda agli altri. Ecco il rimedio. Ma io – possiamo dire – non sono capace! Quelle donne non erano certo le più adatte e preparate per annunciare il Risorto, ma al Signore non importa. A Lui importa che si esca e si annunci. Perché la gioia pasquale non è da tenere per sé. La gioia di Cristo si rafforza donandola, si moltiplica condividendola.

Se ci apriamo e portiamo il Vangelo, il nostro cuore si dilata e supera la paura. Il testo di oggi, però, racconta che l’annuncio può incontrare un ostacolo: la falsità. Il Vangelo narra infatti “un contro-annuncio”, quello dei soldati che avevano fatto la guardia al sepolcro di Gesù. Essi vengono pagati «con una buona somma di denaro» e ricevono queste istruzioni: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi
dormivamo”».

Ecco la falsità, la logica dell’occultamento, che si oppone all’annuncio della verità. È un richiamo anche per noi: le falsità – nelle parole e nella vita – inquinano l’annuncio, corrompono dentro, riportano al sepolcro. Il Risorto, invece, ci vuole far uscire dai sepolcri delle falsità e delle doppiezze.

Cari fratelli e sorelle, giustamente noi ci scandalizziamo quando, attraverso l’informazione, scopriamo menzogne e bugie nella vita delle persone e nella società. Ma diamo un nome anche alle falsità che abbiamo dentro! E mettiamo queste nostre opacità davanti alla luce di Gesù risorto. Egli vuole portare alla luce le cose nascoste, per farci testimoni trasparenti e luminosi della gioia del Vangelo, della verità che ci fa liberi. Maria, la Madre del Risorto, ci aiuti a vincere le nostre paure e ci doni la passione per la verità.

Il Regina Coeli in latino

Regina caeli, laetare, alleluia.

Quia quem meruisti portare, alleluia.

Resurrexit, sicut dixit, alleluia.

Ora pro nobis Deum, alleluia.

Gaude et laetare, Virgo Maria, alleluia.

Quia surrexit Dominus vere, alleluia.

Oremus. Deus, qui per resurrectionem Filii tui Domini nostri Iesu Christi mundum laetificare dignatus es, praesta, quaesumus, ut per eius Genetricem Virginem Mariam perpetuae capiamus gaudia vitae. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen.

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