Alle ore 12 di oggi, Lunedì dell’Angelo, Papa Francesco ha guidato la recita del Regina Coeli dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano. Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera maria
Papa: Regina Coeli
“Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Il lunedì dopo Pasqua è detto anche Lunedì dell’angelo, perché ricordiamo l’incontro dell’angelo con le donne giunte al sepolcro di Gesù. Ad esse l’angelo dice: «So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto». Questa espressione “È risorto” va oltre le capacità umane. Anche le donne che erano andate al sepolcro e l’avevano trovato aperto e vuoto, non potevano affermare: “È risorto”, ma solo che il sepolcro era vuoto. Che Gesù fosse risorto lo poteva dire soltanto un angelo, così come un angelo aveva potuto dire a Maria: «Concepirai un figlio […] e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo».
Con la resurrezione di Gesù inizia l’ultimo tempo della storia
L’evangelista Matteo narra che in quell’alba di Pasqua «vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa». Quella grande pietra, che avrebbe dovuto essere il sigillo della vittoria del male e della morte, è stata messa sotto i piedi, diventa sgabello dell’angelo del Signore. Tutti i progetti e le difese dei nemici e dei persecutori di Gesù sono stati vani. L’immagine dell’angelo seduto sulla pietra del sepolcro è la manifestazione concreta, visiva, della vittoria di Dio sul male, della vittoria di Cristo sul principe di questo mondo, della luce sulle tenebre. La tomba di Gesù non è stata scoperchiata per un fenomeno fisico, ma per l’intervento del Signore. L’aspetto dell’angelo, aggiunge Matteo, «era come folgore e il suo vestito bianco come neve». Questi dettagli sono simboli che affermano l’intervento di Dio stesso, portatore di un’era nuova, degli ultimi tempi della storia.
La doppia reazione della gente
Di fronte a questo intervento di Dio avviene una doppia reazione. Quella delle guardie, che non riescono a fronteggiare la forza travolgente di Dio e sono sconvolte da un terremoto interiore: erano tramortite. La potenza della Risurrezione abbatte coloro che erano stati utilizzati per garantire l’apparente vittoria della morte.
La reazione delle donne è assai diversa, perché esse vengono invitate espressamente dall’angelo del Signore a non temere: «Voi non abbiate paura!» e a non cercare Gesù nella tomba.
“Non stanchiamoci mai di cercare il Cristo risorto”
Dalle parole dell’angelo possiamo raccogliere un prezioso insegnamento: non stanchiamoci mai di cercare il Cristo risorto, che dona la vita in abbondanza a quanti lo incontrano. Trovare Cristo significa scoprire la pace del cuore. Le stesse donne del Vangelo, dopo il turbamento iniziale, provano una grande gioia nel ritrovare vivo il Maestro (cfr vv. 8-9). In questo tempo pasquale, auguro a tutti di fare la medesima esperienza spirituale, accogliendo nel cuore, nelle case e nelle famiglie il lieto annuncio della Pasqua: «Cristo risorto più non muore, la morte non ha più potere su di Lui».
Papa: “Il Signore è vivo”
“Cristo è vivo, accompagna la mia vita, è accanto a me, bussa alla porta del mio cuore perché io lo lasci entrare. In questo periodo della Pasqua ti farà bene ripetere: ‘Il Signore vive!'”, aggiunge il Pontefice a braccio.
“Questa certezza – prosegue – ci induce a pregare, oggi e durante tutto il periodo pasquale: «Regina Caeli, laetare – Regina del Cielo, rallegrati». L’angelo Gabriele l’aveva salutata così la prima volta: “Rallegrati, piena di grazia!». Ora la gioia di Maria è piena- conclude Papa Francesco -: Gesù vive, l’Amore ha vinto. Che possa essere anche la nostra gioia!”.