La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre riferisce che sono stati arrestati due sacerdoti che prestavano servizio nella città di Berdyansk, nel sud-est dell’Ucraina, occupata dalla Russia dal febbraio 2022. L’esarcato greco-cattolico di Donetsk, Ucraina, ha diffuso un comunicato, ricevuto da ACS, relativo ai due sacerdoti “illecitamente arrestati a Berdyansk”. “Si presume che i sacerdoti possano essere torturati con lo scopo di ottenere da loro una confessione di possesso di armi, di cui erano stati precedentemente accusati dai rappresentanti dell’amministrazione istituita dalle truppe russe”, riporta.
#ACSItalia sostiene i sofferenti a causa della #guerraucraina. Per questo l’Arcivescovo di #Leopoli, Mons. Mokrzycki ringrazia: “Gratitudine dall’#Ucraina ad Aiuto alla Chiesa che Soffre" e al "popolo italiano".
Continuiamo a sostenerli, contano su di noi. Grazie di cuore! pic.twitter.com/Ou9AFfSCW0— ACS-Italia (@acs_italia) November 30, 2022
Ucraina, Redentoristi: “Nessun contatto con sacerdoti arrestati”
La Congregazione del Santissimo Redentore (Redentoristi) continua a non avere alcun contatto coi sacerdoti Ivan Levytskyy e padre Bohdan Heleta, parroco e vicario presso la chiesa greco-cattolica della Natività della Beata Vergine Maria, arrestati nei giorni scorsi a Berdyansk dai servizi di sicurezza russi, e riferisce di non avere alcuna informazione neanche sul luogo in cui i due padri redentoristi sono detenuti. Lo scrive Fides.
I Padri redentoristi, detenuti dalle milizie russe, prestavano assistenza pastorale alle parrocchie greco-cattoliche e cattoliche di rito latino e sono tra i pochi rimasti nei territori occupati. Secondo mons. Stepan Meniok, vescovo dell’Esarcato di Donetsk, la detenzione è “infondata e illegale”. Gli arrestati sono p. Ivan Levitskyi e p. Bohdan Heleta. I russi li accusano di “aver preparato un atto terroristico”.
L’accusa contro i due sacerdoti, riferita su alcuni media russi, è quella di aver nascosto nei locali della chiesa e nel seminterrato della loro residenza esplosivi e armi, che sarebbero state rinvenute durante una perquisizione di un’unità della Guardia nazionale russa. Ma i risultati di tali perquisizioni, effettuate in assenza dei sacerdoti già arrestati, sono “falsificati e falsi”, rimarca il comunicato dei Redentoristi in Ucraina.
L’esarcato di Donetsk: “Padre Heleta ha un malattia”
L’esarcato greco-cattolico di Donetsk, Ucraina, ha diffuso un comunicato, ricevuto da ACS, relativo ai due sacerdoti della chiesa della Natività della Beata Vergine Maria “illecitamente arrestati a Berdyansk”. “Si presume che i sacerdoti possano essere torturati con lo scopo di ottenere da loro una confessione di possesso di armi, di cui erano stati precedentemente accusati dai rappresentanti dell’amministrazione istituita dalle truppe russe. Tale ‘confessione’ potrebbe essere necessaria per permettere al cosiddetto ‘tribunale’ di emettere un verdetto e punire illegalmente i nostri chierici”. L’esarcato di Donetsk condanna “tali metodi di lotta contro la Chiesa, che sono una clamorosa violazione del diritto internazionale, in particolare delle leggi e delle consuetudini di guerra, e chiede l’immediato rilascio dei sacerdoti Ivan Levytskyi e Bohdan Heleta. Inoltre padre Bohdan Heleta ha una malattia per la quale ha bisogno di assumere regolarmente i farmaci specifici. Rimanere in stato di arresto e le torture rappresentano una minaccia molto seria per la sua vita”.
Monteduro (Acs): “Liberare immediatamente i due sacerdoti”
“Aiuto alla Chiesa che Soffre unisce la propria voce a quella dell’esarcato di Donetsk per richiedere, in nome della libertà religiosa, l’immediata liberazione dei due sacerdoti arrestati, colpevoli solo di non aver abbandonato i propri fedeli sofferenti”, commenta il direttore di Acs Italia Alessandro Monteduro. “Coinvolgere in questo atroce conflitto due rappresentanti della Chiesa cattolica locale non fa altro che incrementare ulteriormente la tensione e accrescere lo smarrimento delle comunità loro affidate”.
Fonte: Ansa