C’è un Islam moderato che cerca il dialogo, promuove iniziative religiose e interconfessionali, ribadendo la dignità di ogni credo. Convinto assertore di posizioni aperte al confronto tra le diverse fedi è certamente il Re di Giordania, Abdallah II, che intervenendo alla 69esima assemblea generale delle Nazioni Unite, ha affermato: “Gli arabi cristiani sono una parte essenziale del passato, del presente e del futuro della mia regione”.
Le comunità cristiane, secondo il monarca hascemita, rappresentano una componente fondamentale della vicenda storica del Medio Oriente, e non possono in nessun modo essere considerate ospiti o straniere nelle terre che hanno visto la prima diffusione del cristianesimo. Nel discorso pronunciato all’Onu Abdallah II ha riproposto il ruolo del regno hascemita quale garante dell’identità islamica aperta al dialogo con le altre fedi.
“Gli insegnamenti del vero islam – ha osservato – sono chiari: i conflitti e gli scontri settari sono del tutto condannati. L’islam proibisce la violenza contro i cristiani e le altre comunità che compongono ciascun Paese”. Il Re della Giordania ha invitato i leader musulmani a lavorare insieme contro azioni mistificatorie e tendenti a dividere, annunciando che il suo Paese presenterà una bozza di risoluzione affinché siano riconosciuti come genocidio e crimini contro l’umanità le recenti violenze perpetrate su base religiosa in Iraq e in Siria.