Il “contesto comunicativo che sembra puntare più all’utile che all’umano” deve “essere risanato”. Lo ha affermato il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ripreso da Agi, nel corso della messa celebrata stamane a San Pietro per i 90 anni della Radio Vaticana.
Radio Vaticana compie oggi 90 dalla sua prima trasmissione. La Radio fu inaugurata da papa Pio XI con il radio messaggio “Qui arcano Dei” il 12 febbraio 1931: a Guglielmo Marconi fu affidata inizialmente la realizzazione della struttura radiofonica, poi fu affidata ai Gesuiti che ne hanno curato la gestione fino a 6 anni fa.
Nel 2015 Papa Francesco, con una lettera apostolica avvia la convergenza dei media vaticani. Radio Vaticana entra all’interno di un sistema editoriale, gestito oggi dal Dicastero per la Comunicazione, che è parte integrante della Curia Romana. Oggi la Chiesa celebra questo importante strumento di comunicazione ed evangelizzazione che ha interpretato la chiamata evangelica del Cristo: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo”.
Il messaggio di Parolin
Bisogna, ha spiegato il porporato, “tornare nuovamente a parlare ed ascoltare”. Come ha fatto per nove decenni l’emittente Radio Vaticana che ha potuto “trasmettere la voce del Papa nel Mondo“, ma non solo questo.
Tra i meriti di Radio Vaticana, ha spiegato Parolin, l’aver “fatto pregare all’unisono in lingue diverse milioni di persone e popoli distanti” arrivando a “bucare persino la Cortina di Ferro, facendo giungere la Parola di Dio in quei totalitarismi che ne negavano l’esistenza”.
Ma “la comunicazione tende al contatto vivo e diretto, ad incontrare le persone come e dove sono”, ha aggiunto Parolin, ricordando anche l’informazione di servizio svolta da Radio Vaticana nel corso della Seconda Guerra Mondiale, quando divenne “braccio operativo della Segreteria di Stato” per mettere raccogliere informazioni sui militari prigionieri o dati per dispersi a favore delle loro famiglie.