John Dayal, noto intellettuale cattolico ed attivista per i diritti umani, è stato preso di mira dai alcuni gruppi radicali indù, ricevendo anche minacce di morte. Dayal ha denunciato questi gravi atti alla polizia di New Delhi, ma le autorità non avrebbero fatto nulla. Secondo padre Savari Muthu, sacerdote di New Delhi e portavoce dell’Arcidiocesi, i radicali indù hanno iniziato ad inveire contro Dayal dal 12 settembre, con intimidazioni telefoniche (alcuni estremisti avevano pubblicato il suo numero telefonico privato) poi, hanno iniziato a scrivere le loro minacce anche sui social network, distinguendosi per commenti dispregiativi e offensivi non solo verso l’attivista, ma anche contro la sua fede cristiana.
Dayal è membro del Consiglio per l’integrazione nazionale (NIC) dell’India, ed è Segretario generale dell’All India Christian Council. Non è la prima volta che riceve degli attacchi alla propria persona, e dice: “Ricevo regolarmente minacce alla mia vita e alla libertà, vivo in costante paura. In precedenza ho già sporto denunce alle autorità, ma nessun provvedimento è stato adottato fino ad oggi”. Se si osserva bene la situazione, si comprende come questa sia una vera e propria campagna di diffamazione che colpisce l’intera comunità cristiana.
Lo fanno notare molti attivisti indiani: “Sembra un tentativo deliberato e concertato per pregiudicare l’armonia religiosa e ferire i sentimenti della comunità cristiana”. Solidarietà è stata espressa da molti attivisti che lottano per la salvaguardia dei diritti umani, anche non cristiani.
“Le minacce di morte a John Dayal sono uno dei più inquietanti eventi degli ultimi tempi – dice Ram Puniyani, membro dell’Indian Secular Forum -. È seriamente impegnato per i valori di pluralismo, laicità, armonia e per la difesa delle fasce sociali più deboli, per i diritti delle minoranze, di dalit e tribali”. Queste minacce sono il segno della crescente intolleranza tra diverse etnie religiose, destando preoccupazione in tutte le fasce della popolazione. Situazioni simili, infatti, in passato sono sfociate in omicidi di filosofi, attivisti e blogger che contrastavano le affermazioni dei gruppi estremisti.