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Quattro proposte per superare la crisi dei rifugiati

Per il secondo anno consecutivo la Fondazione Migrantes ha realizzato un report su richiedenti asilo e rifugiati che ĆØ stato presentato questa mattina a Ferrara. “Accogliere, proteggere, promuovere, integrare: sono esigenze sentite dai diversi governi dā€™Europa e da quello italiano in particolare, non solo a parole, ma nella pratica delle politiche che essi mettono in atto? E quanto lo sono, allo stesso tempo, per la societĆ  civile italiana ed europea? Questi gli interrogativi che fanno da sfondo alleĀ analisi, aiĀ datiĀ e alleĀ proposteĀ del rapporto” spiega la Fondazione.

Nel rapporto ci sono alcuni numeri significativi. Il primo ĆØ relativo alla drastica riduzione di sbarchi sulle rotte del Mediterraneo: “Nel 2017 hanno raggiunto via mare lā€™Europa 171.694 migranti e rifugiati. Erano stati 363.504 nel 2016 e ben 1.011.712 nel 2015. Gli arrivi sono aumentati solo nel Mediterraneo occidentale”. Eppure, il mare continua a mietere vittime, troppe vittime:Ā lā€™ultimo “triennio ha registrato un triste record nel 2016, 5.143 morti, contro 3.771 del 2015. Nel 2017 il dato ĆØ sceso a 3.119; ma rispetto al 2016 ĆØ aumentata, sia pure di poco, lā€™incidenza dei morti sul totale di coloro che si sono imbarcati: oggi perdono la vita nelle acque del Mare Nostrum (ma si tratta sempre di stime per difetto) quasi 2 persone ogni 100 partite, mentre nel 2016 il dato si era attestato su poco piĆ¹ di una su 100”. Limitandosi all'Italia, lo scorso annoĀ “il contatore degli arrivi nel nostro Paese si ĆØ fermato a 119.369 persone, il 34% in meno rispetto alle 181.436 del 2016 (erano state 153.842 nel 2015). Il primo Paese di provenienza si conferma la Nigeria, seguita da Guinea, Costa dā€™Avorio, Bangladesh, Mali ed Eritrea”. Secondo dati del ministero dellā€™Interno, nel 2017 hanno chiesto protezione in Italia circa 130 mila persone (per la prima volta il numero supera gli arrivi via mare durante lā€™anno). Nel 2016 i richiedenti asilo erano stati 123.600, e 83.970 nel 2015. Sempre secondo dati del Viminale, nel 2017 su circa 80.000Ā richiedenti asilo, ĆØ stata accordata protezione a oltre 30.000. Alla fine del 2017 erano in accoglienza nel nostro Paese 183.681 richiedenti asilo e rifugiati: appena il 3 per mille dei residenti.

Il “Rapporto Asilo 2018” affronta la questione con tre prospettive “geografiche”:Ā lā€™Europa,Ā in particolare con le politiche e le pratiche dellā€™Unione europea nel campo della protezione internazionale in questi ultimi due anni e “il lungo, deludente processo di riforma del Regolamento di Dublino”;Ā le questioni “a cavallo”Ā fra Europa e Italia: gli accordi di collaborazione internazionale e di “riammissione”Ā con i Paesi provenienza eĀ la tutela dei minori; infineĀ lā€™ItaliaĀ e il modo in cui “il nostro PaeseĀ ascoltaĀ la voce dei richiedenti asilo dopo lā€™approvazione del decreto 'Minniti-Orlando'Ā e la cancellazione del grado di appello” oltre a “prassi e progettualitĆ ” rispetto “ai quattro verbi indicati da papa Francesco”. Infine, “lā€™approfondimento del reportĀ ĆØ dedicato allā€™accoglienza in famiglia di richiedenti asilo e rifugiati: una pratica e un laboratorio di progettualitĆ  che nel nostro Paese ha una storia ormai quasi decennale, iniziata dal basso, dalla volontĆ , dallā€™intuizione e dalla dedizione di pochi, come spesso accade in questo campo. Ma che ha le potenzialitĆ  per diventare molto piĆ¹ diffusa e per far crescere nuovi 'spazi'Ā di incontro e di relazione solidale (invece che di chiusura e contrapposizione), di cui hanno tanto bisogno sia il nostro Paese che lā€™Europa”.

“Lā€™augurio ĆØ che questo testo possa contribuire a costruire un sapere fondato rispetto a chi ĆØ in fuga, a chi arriva nel nostro continente e nel nostro Paese, e che possa esserci dā€™aiuto a 'restare umani', ad aprire la mente e il cuore allontanando diffidenza e paura”Ā scrivono nell'Introduzione don Gianni De Robertis, direttore generale della Fondazione, e Mariacristina Molfetta, co-curatrice del Rapporto che si conclude con quattro proposte “inedite per superare lā€™attuale crisi (un vero e proprio 'vicolo cieco') del diritto dā€™asilo in Europa: se accolte, queste proposte avrebbero positive ricadute sullā€™intera societĆ  del vecchio continente, oltre che, naturalmente, sui percorsi di integrazione degli stessi rifugiati”. La prima ĆØĀ “un nuovo regolamento di DublinoĀ finalmente aderente al principio di solidarietĆ  e di equa ripartizione delle responsabilitĆ  tra gli Stati”; la seconda ĆØ “il rifiuto dei concetti di 'Paese terzo sicuro'Ā e di 'Paese di primo asilo', ad oggi solo proposti dallā€™Ue ma in insanabile contrasto con la tradizione giuridica europea in materia di asilo”; la terza ĆØ “lā€™introduzione di un regolamento Ue che disciplini il 'reinsediamento'Ā dei rifugiati da Paesi terzi prevedendo per gli Stati membri obblighi chiari”; infine, “unā€™estensione della protezione sussidiaria, ancorandola alla tutela dei diritti e delle libertĆ  fondamentali garantiti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dellā€™uomo e delle libertĆ  fondamentali”.
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