Cristiani nel mirino in Pakistan. Quattro donne rischiano di vivere il calvario che ha dovuto subire per nove anni Asia Bibi, la donna cristiana che solo di recente, dopo l'assoluzione dell'ottobre scorso, ha potuto recarsi in un luogo sicuro. Anche loro, come la Bibi, sono cristiane e accusate di blasfemia nei confronti dell'Islam.
La rabbia dei musulmani
L'incidente ĆØ avvenuto a Karachi. Ad accusarle due musulmani il 19 febbraio scorso.Ā Secondo la loro testimonianza – come riporta Tempi –Ā avrebbero rubato una copia del Corano per rovinarla immergendola in un bidone di acqua sporca. Tre delle quattro accusate sono figlie dellāex padrone di casa dei musulmani. La notizia, una volta che si ĆØ diffusa, ha fatto divampare la rabbia di gruppi di musulmani, che si sono radunati nelle strade ed hanno lanciatoĀ pietre contro le abitazioni, oltre ad averĀ uccisoĀ diversi animali di proprietĆ dei cristiani. Circa 200 famiglie sono state costrette ad abbandonare il quartiere e nonostante lāintervento della polizia ancora non sono state riaperte le chiese della zona. Secondo quanto riportato dallāInternational Christian Concern, una delle due avrebbe ammesso di essersi inventata lāaccusa e ora le due comunitĆ , cristiana e musulmana, starebbero cercando un accordo per risolvere lāincidente senza lāintervento della giustizia, come spesso accade.
La persecuzione dei cristiani
Come raccontato da un'inchiesta dell'AgensirĀ sul posto, I cristiani pachistani, malgrado le persecuzioni ai loro danni,Ā resistono e dicono: “Noi non ci nascondiamo. Siamo orgogliosi di essere cristiani. Gli attentati non ci allontanano dalla chiesa, anzi ci avvicinano ancora di piĆ¹. Qui viviamo di poco e con poco, i nostri giovani non hanno prospettive e per questo lavoriamo molto nel campo dellāistruzione e della formazione perchĆ© possano costruirsi un futuro miglioreā. E mostrano la Croce posta sulle porte delle loro case. A Karachi – scrive l'inviato Daniele Rocchi – la comunitĆ cristiana ha eretto, con lāaiuto del Governo, un muro per proteggersi dal confinante quartiere musulmano, decretando di fatto la sua ghettizzazione.