Una “forza di cambiamento” unica nel suo genere, che è allo stesso tempo centripeta e centrifuga. Così Papa Francesco definisce lo Spirito Santo, il “vento impetuoso” che cambia la realtà. Ai tanti fedeli raccolti nella basilica di San Pietro, dove il Pontefice presiede la Santa Messa nel giorno di Pentecoste, il Santo Padre ricorda come sia proprio questo soffio divino a mutare “i cuori” e le “vicende” umane. Allo stesso tempo, Egli “è l'anima stessa della Chiesa”: “le dona germogli di vita”, le porta “un sapore d'infanzia”, ricordandole è “sempre una ventenne, la giovane Sposa di cui il Signore è perdutamente innamorato”. Nel corso dell'omelia, il pensiero di Papa Bergoglio va anche alla striscia di Gaza, nuovamente teatro di scontri e violenze; da qui l'appello per la pace in Medio Oriente: “Lo Spirito cambi i cuori e le vicende e porti pace nella Terra Santa”.
Il cambiamento del cuore…
Citando i brani della liturgia della Parola odierni, il Papa fa notare come, con la discesa dello Spirito Santo, i discepoli, “prima paurosi, rintanati a porte chiuse anche dopo la risurrezione del Maestro, vengono trasformati”: “timorosi quando Gesù era tra loro, sono audaci senza di Lui, perché lo Spirito ha cambiato i loro cuori”. Infatti, lo Spirito “sblocca gli animi sigillati dalla paura”, “vince le resistenze”. “A chi si accontenta di mezze misure prospetta slanci di dono”. Non solo: “Spinge al servizio chi si adagia nella comodità, fa camminare chi si sente arrivato, fa sognare chi è affetto da tiepidezza”. Per il Pontefice, “nessun tentativo terreno di cambiare le cose soddisfa pienamente il cuore dell’uomo”. Diverso, invece, è il mutamento che porta lo Spirito: “Non ci libera di colpo dai problemi, ma ci libera dentro per affrontarli; non ci dà tutto subito, ma ci fa camminare fiduciosi, senza farci mai stancare della vita”. E, soprattutto, “mantiene giovane il cuore. La giovinezza, nonostante tutti i tentativi di prolungarla, prima o poi passa – sottolinea il Santo Padre -; è lo Spirito, invece, che previene l’unico invecchiamento malsano, quello interiore. Come fa? Rinnovando il cuore, trasformandolo da peccatore in perdonato”. Ecco il grande cambiamento: “da colpevoli ci rende giusti e così tutto cambia”. Tutti, prosegue il Santo Padre, “abbiamo bisogno di un cambiamento vero”, “soprattutto quando siamo a terra, quando andare avanti è difficile e amare sembra impossibile”. In questi casi “ci servirebbe un 'ricostituente' forte': è Lui, la forza di Dio”. E aggiunge: “Quanto ci farebbe bene assumere ogni giorno questo ricostituente di vita!”.
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…e quello delle vicende
Il soffio dello Spirito cambia anche le vicende umane. Francesco cita, a tal proposito, i tanti episodi degli Atti degli Apostoli, “un libro tutto da scoprire, dove lo Spirito è protagonista”. Nel testo, afferma il Pontefice, “assistiamo a un dinamismo continuo, ricco di sorprese”. Ricorda il viaggio dell'apostoli Filippo da Gerusalemme a Gaza. Un nome, quello di Gaza, che oggi “suona doloroso”. Da qui la preghiera per la pace in Medio Oriente: “Lo Spirito cambi i cuori e le vicende e porti pace nella Terra santa”. Poi torna ad elencare i tanti viaggi di cui sono stati protagonisti gli apostoli: “Quando c’è lo Spirito succede sempre qualcosa, quando Egli soffia non c’è mai bonaccia”, commenta. Denuncia poi l'atteggiamento di “fiacca” che alle volte attraversa le comunità cristiani: “E' un brutto segno quando si preferisce la quiete domestica alla novità di Dio: lo Spirito soffia ma noi ammainiamo le vele. Eppure tante volte l’abbiamo visto operare meraviglie. Spesso, proprio nei periodi più bui, lo Spirito ha suscitato la santità più luminosa! Egli è l’anima della Chiesa, sempre la rianima di speranza, la colma di gioia, la feconda di novità, le dona germogli di vita”. Paragona questa ventata di novità alla nascita di un bambino: “scombina gli orari, fa perdere il sonno ma porta una gioia che rinnova la vita, spingendola in avanti, dilatandola nell’amore. Ecco, lo Spirito porta un 'sapore di infanzia' nella Chiesa. Opera continue rinascite. Ravviva l’amore degli inizi”. Ma non solo: “Lo Spirito ricorda alla Chiesa che, nonostante i suoi secoli di storia, è sempre una ventenne, la giovane Sposa di cui il Signore è perdutamente innamorato”, aggiunge il Papa.
Una “doppia” forza
Per Francesco, “la forza di cambiamento” che opera lo Spirito è “al tempo stesso centripeta e centrifuga”. “È centripeta, cioè spinge verso il centro – spiega -, perché agisce nell’intimo del cuore. Porta unità nella frammentarietà, pace nelle afflizioni, fortezza nelle tentazioni. Dona l’intimità con Dio, la forza interiore per andare avanti”. Contemporaneamente, “è una forza centrifuga, spinge cioè verso l’esterno. Colui che porta al centro è lo stesso che manda in periferia, verso ogni periferia umana; Colui che ci rivela Dio ci spinge verso i fratelli”. In altre parole, vivere secondo lo Spirito significa trovarsi “protesi insieme verso Dio e verso il mondo”. Infine, la preghiera d'invocazione, affinché tutta la Terra venga rinnovata: “Spirito Santo, vento impetuoso di Dio, soffia nei nostri cuori e facci respirare la tenerezza del Padre. Soffia sulla Chiesa e spingila fino agli estremi confini perché, portata da te, non porti nient’altro che te. Soffia sul mondo il tepore delicato della pace e il fresco ristoro della speranza. Vieni, Spirito Santo, cambiaci dentro e rinnova la faccia della Terra”.