Pregare la Madonna è fondamentale nella vita di un credente. A partire dalla più popolare devozione mariana: il rosario. E’ alla Vergine del rosario che il domenicano Pio V attribuì la vittoria di Lepanto contro i musulmani nel 1571. “In questo modo il rosario non fu più una devozione soltanto personale. O a rischio di essere considerata come un po’ magica. L’oggetto ‘rosario’ come una sorta di amuleto. Ma venne collocata. E dunque, anche controllata. Tra le devozioni riconosciute dalla Chiesa“, spiega don Saverio Xeres. Docente di storia della Chiesa. E direttore dell’Archivio storico della diocesi di Como.
Pregare per comprendere
“La devozione mariana non è soltanto un elemento costante della vita della Chiesa– spiega lo studioso-. Nei suoi duemila anni di storia. Essa può essere a buon diritto considerata come un punto di osservazione. Profondo e interiore. Dello spirito ecclesiale. Dei suoi sviluppi. Delle sue involuzioni”. Maria, infatti, è “l’immagine e il modello della Chiesa“. Più precisamente, “modello della ‘forma’ primitiva della Chiesa. Quella delle origini. Di qui l’intensificarsi del richiamo a Maria. Durante le fasi di maggiore tensione riformatrice della vicenda ecclesiale”.
Devozione mariana
“Una riflessione di storia generale della Chiesa può essere utile- osserva don Saverio Xeres-. Serve a collocare le espressioni locali della devozione mariana. I santuari innanzitutto. Storia locale e storia generale non si contrappongono. Né si ignorano reciprocamente. Anzi si integrano e si illuminano l’un l’altra“. Ed è “attraverso il canale monastico che si diffonde in tutto l’Occidente la devozione mariana“. Le prime cattedrali gotiche, edificate in Francia verso la metà del XII secolo, sono dedicate alla Madre di Gesù. Chartres. Parigi. Reims. Laon. Amiens. “Anche a Como, la nuova cattedrale, costruita nella seconda metà del secolo XI, viene intitolata a Santa Maria- evidenzia don Xere-. E a dedicarla, verso la fine del suo episcopato, è proprio Rainaldo. Uno dei più importanti vescovi riformatori. Stretto collaboratore di papa Gregorio VII. In contatto con l’ambiente monastico di Montecassino“.