“Come Sant’Ignazio di Loyola, lasciamoci conquistare dal Signore Gesù e, guidati da Lui, mettiamoci al servizio del prossimo”. E’ il tweet lanciato da Papa Francesco tramite il suo account @Pontifex, nel giorno in cui la Chiesa ricorda Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù.
Come Sant’Ignazio di Loyola, lasciamoci conquistare dal Signore Gesù e, guidati da Lui, mettiamoci al servizio del prossimo.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 31 luglio 2017
Sant’Ignazio di Loyola
Il grande protagonista della Riforma cattolica nel XVI secolo, nacque ad Azpeitia (Spagna), un paese basco, nel 1491. Era avviato alla vita del cavaliere, la conversione avvenne durante una convalescenza, quando si trovò a leggere dei libri cristiani. All’abbazia benedettina di Monserrat fece una confessione generale, si spogliò degli abiti cavallereschi e fece voto di castità perpetua. Nella cittadina di Manresa per più di un anno condusse vita di preghiera e di penitenza; fu qui che vivendo presso il fiume Cardoner decise di fondare una Compagnia di consacrati. Da solo in una grotta prese a scrivere una serie di meditazioni e di norme, che successivamente rielaborate formarono i celebri Esercizi Spirituali. L’attività dei Preti pellegrini, quelli che in seguito saranno i Gesuiti, si sviluppa presto un po’ in tutto il mondo. Il 27 settembre 1540 papa Paolo III approvò la Compagnia di Gesù. Il 31 luglio 1556 Ignazio di Loyola morì. Fu proclamato santo il 12 marzo 1622 da papa Gregorio XV.
Gli esercizi spirituali
Gli Esercizi spirituali appartengono a quel genere di cose che si possono capire solo sperimentandole, allontanandosi da tutto e da tutti per un adeguato periodo di tempo. Nei primi giorni invitano l’esercitante a cercare di capire per quale fine abbia ricevuto esistenza e vita dal Creatore, in altri termini che cosa Dio si aspetta ch’egli faccia di buono nella vita. Una volta presa coscienza del perché della sua nascita, all’esercitante verrà spontaneo riflettere sulla propria vita. Così egli sarà in grado di scoprire tutte le deviazioni che, aderendo consapevolmente o inconsapevolmente ai moti ingannevoli dell’anima, egli stesso avrà percorso. A quel punto dovrà superare l’ostacolo più difficile tra quelli che una persona è chiamata a superare durante la vita: cambiare, mutare, rinnovarsi. Nessun uomo tuttavia può riuscire a conquistare la pace interiore e affrontare il difficile cammino della vita inventandosi ogni cosa da solo. Ogni uomo solitamente progredisce o regredisce imitando l’esempio positivo o negativo di altri uomini. In un solo uomo, tuttavia – secondo Ignazio di Loyola – la natura umana ha trovato la sua espressione più alta: nell’uomo-Dio, Gesù di Nazareth. È quindi Gesù che, conclusivamente, Ignazio propone come esempio da imitare fino a poter dire con san Paolo “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.