Ponte per la Chiesa global. All’agenzia missionaria vaticana Fides il cardinale Marcello Semeraro spiega “cosa dice al nostro presente il Venerabile Matteo Ricci“. Tra santità, inculturazione e missione dei gesuiti. Un sacerdote “zelante per la gloria di Dio e la salvezza delle anime”. Un religioso saggio, casto, obbediente, distaccato dai beni materiali e umile”. Sostenuto “dalla fiducia nell’aiuto divino” che lo portò a affrontare “con serenità le difficoltà e la malattia che lo condusse alla morte”. Così viene descritto sul sito ufficiale del Dicastero delle Cause dei Santi il grande missionario gesuita Matteo Ricci. Giunto in Cina nel 1601 “per liberare le misere anime dalla perdizione eterna”. E morto nel maggio 1610 a Pechino, completamente “fatto Cina“.
Ponte per la Chiesa
La diocesi di Macerata, città natale di Matteo Ricci, aveva introdotto la causa di beatificazione del gesuita soltanto nel 1984. Dopo che dalla sua morte erano passati più di 350 anni. Un ritardo forse dovuto anche la fatto che il nome di Matteo Ricci era stato coinvolto nella lunghissima disputa sui “Riti cinesi”. Una questione che vide al centro delle contestazioni la sua interpretazione dei riti confuciani per gli antenati come cerimonie civili e non religiose. Il 17 dicembre 2022, nel giorno del suo 86esimo compleanno, Papa Francesco ha autorizzato il Dicastero a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche di Matteo Ricci. Adesso, per la Chiesa, Matteo Ricci è “venerabile”. La sua fama di santità “era presente in vita e in morte”. Oggi “tale fama si è diffusa spontaneamente ed appare unita ad una certa fama di segni”. Matteo Ricci fu sepolto a Pechino, in un terreno donato dall’Imperatori ai gesuiti, primo straniero europeo non diplomatico ad essere seppellito in Cina. Oggi quel terreno, con la sua e una ventina di altre tombe si trova nel grande cortile interno su cui affacciano i vari edifici della scuola ideologica del Partito comunista cinese. “Quella di Matteo Ricci è una memoria che il tempo non ha cancellato” riconosce il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi.
Dono
Nel video allegato, prodotto per Fides da Teresa Tseng Kuang yi, il cardinale Semeraro mette in evidenza alcuni tratti della vicenda missionaria di Matteo Ricci che rendono la sua figura attuale e carica di suggestioni per le dinamiche missionarie nel tempo della globalizzazione. “Andando in Cina – sottolinea il prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi – Matteo Ricci ha compiuto “non soltanto un viaggio lungo geograficamente ma anche un viaggio interiore. Per avvicinarsi a un mondo molto diverso da quello in cui era nato”. Lui era partito non con l’intenzione di “prendere”. Ma innanzitutto con il desiderio di conoscere il mondo cinese. Ha intuito “che se non entrava in una mentalità, cultura, modo di pensare, in uno stile di vivere e anche di abitare il mondo”. Senza questa assimilazione “non avrebbe mai potuto davvero incontrare le persone”. Matteo Ricci andava nella Cina dei Ming “per entrare e li se possibile fare un dono”. Nel compiere questo viaggio, cercò come prima cosa di trovare “delle consonanze”.
Pacificazione
Mentre altre culture sono connotate da dinamiche dialettiche, nella cultura cinese – ricorda il cardinale Semeraro – l’accento batte sulla ricerca dell’armonia. E Matteo Ricci si è servito della cultura. “Per entrare in un mondo di sapienza con la sapienza”. Anche la sua esperienza mostra che “l’incontro tra le civiltà è un fattore di pacificazione tra i popoli”. Il cardinale aggiunge una annotazione carica di possibili riscontri nelle cronache del mondo presente. “Il criterio che è stato molte volte usato è stato quello dell’assorbimento. E questo è un errore che a volte si continua a fare anche oggi. Lo penso sotto l’aspetto del mondo della politica, della società. E’ sbagliato pensare che un modello che va bene in Europa in America, debba per forza andar bene in Africa, o in Oriente, ”. Il filmato prodotto da Teresa Tseng si conclude con le immagine della si chiude con le immagini della recente solenne veglia di preghiera per la beatificazione del Venerabile Matteo Ricci. Che si è tenuta nella cattedrale di Pechino. Alla presenza del vescovo Li Shan. E del gesuita Stephen Chow, vescovo di Hong Kong, nel primo giorno della sua visita all’arcidiocesi pechinese.