Si muore ancora per fede. È quanto emerge dai dati del rapporto World Watch List di Porte Aperte, che individua ben 50 Paesi in cui la Croce è motivo di persecuzione. Se da una parte cala il numero dei cristiani uccisi – da 4.305 del 2018 a 2.983 del 2019, dall'altra aumenta la pressione sui fedeli: vessazioni, aggessioni e violenze interessano 260 milioni di Cristiani.
Corea del Nord in cima
Stando al documento, sono 11 le nazioni che rivelano una persecuzione estrema, con Corea del Nord, Afghanistan, Sudan ed Eritrea. Nel Paese asiatico, si stima che fra i 50mila e i 70mila cristiani siano detenuti in campi di lavoro per la loro fede. La natura delle persecuzioni cambia notevolmente in aree come Afghanistan e Somalia, dove la pressione viene esercitata da una società islamica tribale radicalizzata che può portare anche alla morte, se si viene scoperti. Il Pakistan rimane stabile al 5° posto. Nonostante il caso di Asia Bibi, che ha riscosso clamore mediatico, la pressione contro i cristiani nel quotidiano è sempre molto forte – è tuttora in vigore la legge sulla blasfemia che constringe i Cristiani a professare la loro fede in segreto.
Decine di abusi
Drammatiche anche le cifre sulle violenze e gli abusi sessuali a carico dei cristiani: oltre 8mila casi a cui si sommano i matrimoni forzati (circa 630 in un anno). Come sottolinea Porte Aperte, si tratta comunque di stime suscettibili di variazioni, perché spesso i matrimoni forzati avvengono entro ambienti domestici dove giungere a una denuncia è molto difficile. L'Egitto è il Paese in cui la persecuzione è fra le più dure del nord-Africa, con il fenomeno, spesso poco denunciato, del rapimento delle cristiane copte. Aumenta anche il numero di chiese distrutte, insieme ad ospedali e scuole cristiani: 9.488 contro 1.847 nell'anno precedente, con 5.500 solo in Cina. Nel Paese asiatico, i Cristiani sono in aumento ma vengono sempre più “sorvegliati” dalla Repubblica Popolare Cinese. “Ma è solo la punta di un iceberg che pian piano stiamo scoprendo – denuncia Open doors -. Se esiste sommerso in un paese come l’Italia, figuriamoci in paesi dove i cristiani sono considerati cittadini di serie B!”